From: INFNUP::SEGRETERIA 21-FEB-1997 17:13:16.17 To: @CD CC: Subj: comunicato stampa su HERA COMUNICATO STAMPA Osservazione di eventi anomali nelle collisioni tra protoni e positroni di altissima energia Mercoledi' 19 Febbraio la Direzione del laboratorio DESY di Amburgo ha comunicato che i due esperimenti che studiano le collisioni tra positroni (elettroni positivi) e protoni all'anello di accumulazione denominato HERA hanno rilevato un numero di urti superiore a quanto previsto dall'attuale teoria delle forze subnucleari in una regione cinematica precedentemente inesplorata. La probabilita' che gli eventi osservati siano una fluttuazione statistica e' inferiore all'1%. A una ottantina di anni di distanza potrebbe ripetersi, su una scala mille volte piu' piccola, l'esperienza di Rutherford che agli inizi del secolo ha indicato la presenza del nucleo atomico all'interno dell'atomo. HERA e' un acceleratore di alta energia in cui elettroni positivi (le antiparticelle degli elettroni) vengono accelerati in un anello a una energia di 27.5 Gev (1 GeV e' circa l'energia corrispondente alla massa di un protone) e fatti collidere in due zone dove sono collocati gli esperimenti con protoni accelerati in un secondo anello ad una energia di 820 GeV. A HERA questi urti sono prodotti ad energie un ordine di grandezza superiori a quanto possibile con altri acceleratori, permettendo di studiare i dettagli del protone con una definizione uguale ad un millesimo del diametro dello stesso protone. La Teoria Standard delle forze subnucleari spiega la grande maggioranza degli eventi osservati come dovuti a un urto tra il positrone ed i costituenti elementari del protone stesso (i quarks). Solo gli eventi che sono il prodotto degli urti piu' violenti e quindi in numero molto limitato (una decina in tre anni!) sono stati osservati in numero superiore a quanto previsto dalla teoria. Questa osservazione, che dovra' essere confermata dai nuovi dati previsti nel 1997, puo' indicare che quando un positrone ed un quark si trovano a piccolissime distanze sperimentano una forza nuova non contemplata dalla teoria attuale. Un'altra possibile interpretazione che i quark stessi siano oggetti composti e non elementari, ovvero che negli urti si producano particelle di natura completamente nuova. Alla costruzione dell'acceleratore HERA, avvenuta tra il 1984 e il 1990, hanno partecipato piu' paesi tra cui l'Italia. Il nostro paese, grazie all'iniziativa del Prof. A. Zichichi, allora Presidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), ha contributo in modo molto significativo con la costruzione, da parte dell'industria nazionale, di circa meta' dei grandi magneti superconduttori dipolari che formano il cuore dell'anello in cui vengono accelerati i protoni. Questa iniziativa ha contribuito a formare in Italia una competenza industriale nei campi ad alta tecnologia della superconduttivita' e della criogenia. I due grandi esperimenti, denominati H1 e ZEUS, che studiano le interazioni che si producono ad HERA, sono stati ideati, costruiti e mantenuti in funzione da due grandi collaborazioni internazionali ad ognuna delle quali partecipano dodici paesi con circa 400 ricercatori. La partecipazione italiana ad H1 e' contenuta, ma qualificata. All'esperimento partecipano ricercatori italiani dell'Universita' e Sezione INFN di Roma, coordinati dal Prof.B. Stella, che hanno dato validi contributi nella costruzione del rivelatore con la fabbricazione di contatori necessari per la rivelazione di un particolare tipo di particelle (leptoni mu) e con l'analisi dei dati. All'esperimento ZEUS partecipano dal 1986 circa sessanta ricercatori italiani provenienti dalle Universita' e Sezioni INFN di Bologna, Cosenza, Firenze, Padova, Roma e Torino coordinati, fino al 1996, dal Prof. A.Zichichi dell'Universita' di Bologna e dal Prof. C.Voci dell'Universita' di Padova. Attualmente la componente italiana della collaborazione e' coordinata dal Dott. U. Dosselli, primo ricercatore INFN della Sezione di Padova. Il contributo italiano alla costruzione del rivelatore ZEUS e' stato molto rilevante e si riassume nel progetto e fabbricazione presso l'industria nazionale del grande magnete superconduttore (il primo costruito in Italia) che serve ad identificare la carica delle particelle prodotte nelle interazioni, nel progetto e costruzione del rivelatore di vertice di prima generazione, nella progettazione, costruzione e messa in funzione di tutti i rivelatori di un particolare tipo di particelle (particelle mu) e di uno speciale telescopio di rivelatori al silicio che, posto nella stessa ciambella in cui circolano i protoni, identifica quelli diffusi a piccolo angolo nelle interazioni con i positroni. I ricercatori italiani partecipano in prima persona alla gestione dell'esperimento ed all'analisi fisiche dei dati, come testimoniato dal fatto che il Dott. G. Iacobucci della Sezione INFN di Bologna e' stato recentemente nominato Vice Spokesman della Collaborazione ed il Dott. R. Nania, primo ricercatore della Sezione INFN di Bologna, coordinatore delle analisi dei dati.