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Fenomenologia

Il calore scambiato nell'unità di tempo da un termometro con il fluido in cui è immerso è proporzionale alla differenza istantanea di temperatura fra termometro e fluido:

$\displaystyle dQ = \delta\cdot (T_F-T)\cdot dt,$ (3)

dove $ T$ rappresenta la temperatura istantanea del termometro e $ T_F$ quella del fluido (quest'ultima è supposta costante durante le misure). Il fattore di proporzionalità $ \delta$ dipende dalla superficie di contatto, dallo spessore della parete di vetro e dalla conducibilità termica del vetro, del mercurio e del fluido. In consequenza dello scambio di calore il termometro subisce una variazione di temperatura proporzionale al calore scambiato e inversamente proporzionale alla sua capacità termica:

$\displaystyle dT = \frac{dQ}{C}\,,$ (4)

dove $ C$ rappresenta la capacità termica del termometro. Combinando la (1) con la (2) si trova l'equazione differenziale che descrive l'evoluzione nel tempo della temperatura del termometro:

$\displaystyle C \frac{dT}{dt} = \delta\cdot (T_F-T),$ (5)

la cui soluzione è:

$\displaystyle \ln {\frac{T_F-T(t)}{T_F-T_\circ}} = -\frac{t}{\tau},$ (6)

dove si è chiamato $ \tau$ il rapporto $ \frac{C}{\delta}$. Dalla (4) segue:

$\displaystyle T(t) = T_F -(T_F - T_\circ)\cdot e^{-\frac{t}{\tau}}\,,$ (7)

con $ T_\circ$ la temperatura del termometro all'istante $ t = 0 $ di inizio delle misure (che non è necessariamente l'istante di immersione del termometro nel fluido). Il parametro $ \tau$ che interviene in andamenti esponenziali è genericamente chiamato costante di tempo2 del termometro e ha il significato fisico di tempo impiegato affiché la differenza fra il valore della grandezza fisica e il suo valore asintotico si riduca di $ 1/e$. Nel nostro caso esso rappresenta quindi il tempo che occorre al termometro per ridurre di $ 1/e$ ( $ \approx 37\%$) la differenza di temperatura iniziale rispetto al fluido (supposto di capacità termica infinita). Ponendo $ t=\tau$ nella (5) si ottiene infatti:

$\displaystyle T(\tau)-T_F = \frac{1}{e}(T_\circ-T_F)\, .$ (8)

Poiché la costante di tempo dei termometri in dotazione è piuttosto piccola, risulta difficile misurare l'andamento temporale $ T(t)$ con un cronometro manuale. Per verificare la legge (5) è quindi opportuno aumentare artificialmente la costante di tempo coprendo il bulbo del termometro con un cappuccetto di gomma il quale aumenta $ C$ e diminuisce $ \delta$. Questo vuol dire che la costante di tempo risultante non è quella che si sarebbe voluta misurare, ma quella del termometro modificato. Questo artificio è comunque importante in quanto ci permette di verificare l'andamento esponenziale e quindi, assumendolo valido, ci consente di determinare $ \tau$ anche qualora non sia agevole osservare tale l'andamento.

Quindi, per la determinazione di $ \tau$ possiamo considerare tre diversi casi:

A:
misura dell'andamento $ T(t)$ (valori di $ \tau$ da 20-30 secondi a qualche minuto): dal grafico su carta semilog di $ T_F-T(t)$ (o di $ T(t)-T_F$ qualora $ T(t)\ge T_F$) in funzione di $ t$ si ricava la costante di tempo dal coefficiente angolare, legato a $ \tau$ da $ m=-1/\tau$.
B:
valori di $ \tau$ inferiori a una decina di secondi: non essendo possibile misurare l'andamento di $ T(t)$ con i mezzi a disposizione si determina $ \tau$ dal tempo impiegato dal termometro a subire una certa variazione di temperatura e facendo uso della legge (4).
C:
valori di $ \tau$ ``molto grandi'' (oltre le decine di minuti), ovvero le misure vengono effettuate in un intervallo di tempo molto minore di $ \tau$. Ne segue che l'andamento di $ T(t)$ è circa lineare nell'intervallo temporale di interesse, come si può vedere facilmente espandendo $ e^{-t/\tau}\approx 1-t/\tau$, se $ t\ll \tau$. Ne segue:

$\displaystyle T(t) = T_\circ + \frac{T_F-T_\circ}{\tau} t \hspace{1.0 cm} (t\ll \tau)\,.$ (9)

( Sarà questo il caso della costante di tempo che caratterizza la termalizzazione del calorimetro verso l'ambiente esterno.) In questo caso la costante di tempo può essere ricavata graficamente riportando l'andamento $ T(t)$ su carta lineare. Si noti che anche in questa misura è importante la conoscenza di $ T_F$: la derivata $ dT/dt$ non è sufficiente per ottenere la costante di tempo.
E' ovvio che il metodo B può essere utilizzato anche nei casi in cui il risultato può essere ottenuto con metodi grafici nei casi A e C. Si noti comunque che una delle differenza fra il metodo B e gli altri due è che in questo si utilizzano soltanto $ T_\circ$ e $ T_F$ e un valore intermedio, mentre negli altri metodi si utilizzano molti valori intermedi. I risultati dei metodi A e C saranno - per così dire - più ``stabili'' dell'altro metodo. Quindi, quando si usa il metodo $ B$ è opportuno ripetere più volte le misure al fine di ottenere un valore medio che - intuitivamente - dovrebbe essere più stabile di quello ottenuto nella singola misura.



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Giulio D'Agostini 2001-04-02