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Introduzione

Scrivendo questa nota ho cercato di venire incontro a tutti coloro che trovano motivi di insoddisfazione nella trattazione dei cosiddetti ``errori di misura'': studenti poco convinti di quanto viene loro insegnato, in quanto spesso privo di consistenza logica e di corrispondenza con l'esperienza di laboratorio; laureandi e neolaureati che, inseriti nella ricerca, sia pura che applicata, sperimentano l'inadeguatezza dei metodi appresi per far fronte alle analisi complesse che si presentano e sono confusi dalle tante ``ricette monouso'', spesso contraddittorie, che trovano in libri, note tecniche e articoli; ricercatori che, delusi dall'incongruenza fra teoria e pratica, affermano francamente di non usare la statistica o, addirittura, di non essere interessati al ``calcolo degli errori''; docenti universitari che si rendono conto, specialmente se interagiscono con ambienti di ricerca internazionali, che le cose stanno cambiando ed in effetti provano a riaggiornare i corsi, pur ostacolati dalla mancanza di testi validi e da colleghi con i quali devono interagire per uniformità di programma; insegnanti delle scuole medie superiori in dubbio su come comportarsi nei corsi di laboratorio e indecisi se affrontare o meno il discorso delle incertezze di misura, con quali metodi e a quale livello.

Questo lavoro è basato sull'esperienza acquisita nella ricerca (nel campo della Fisica Subnucleare) e nell'insegnamento, arricchita da interazioni, dirette o indirette, con metrologi e probabilisti, da discussioni con colleghi di diverse nazionalità e dal feedback ricevuto in seminari e corsi di perfezionamento impartiti in Italia e all'estero. Negli ultimi anni ho anche beneficiato di contatti con gli insegnanti dell'AIF (Associazione per l'Insegnamento della Fisica) di Roma e con gli studenti del Corso in Perfezionamento in Didattica della Fisica.

La trattazione non pretende di avere nessun carattere di completezza. Ha però il vantaggio di offrire una vista d'insieme che permette al lettore la possibilità di confrontare i metodi che vengono criticati con quento viene proposto. E' pertanto opportuno fare alcuni chiarimenti preliminari sul taglio del lavoro e sulle conoscenze che si presuppongono da parte del lettore.

Ovviamente sarò felicissimo di avere scambi di idee con tutti coloro che avranno critiche, commenti o proposte sul testo.



Giulio D'Agostini Roma, Maggio 1998

Questa versione corretta ha beneficiato dei commenti di Maria Grazia Ianniello e dell'attentissima lettura di Marco Schioppa.
Roma, Gennaio 1999


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Giulio D'Agostini 2001-04-02