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Questa prima esperienza è molto semplice ed istruttiva.
Si tracciano dei segmenti alla lavagna,
orientati disordinatamente e di varie lunghezze (ad esempio
da 10 a 50 cm circa). Affianco a ciascuno si scrive la sua lunghezza,
misurata con un righello. Successivamente si disegna un
segmento di lunghezza incognita e si chiede agli studenti
di indovinarne la lunghezza e di registrare il valore stimato
sul quaderno. Si istogrammano quindi alla lavagna i valori ottenuti
se ne calcola la media (o si stima ad occhio il baricentro della
distribuzione statistica).
Ripetendo l'esperimento più volte si
noterà la grande differenza fra gli errori tipici
del singolo studente
e quello della media della classe.
Si può anche notare un miglioramento della capacità
di previsione degli studenti nel corso delle misure, come risultato
del processo di autocorrezione.
Sarà poi simpatico raccontare che questo era il metodo
usato secoli fa dagli artiglieri per stimare la distanza
del bersaglio, chiedendo l'opinioni dei soldati
e mediando le stime.
Questo esercizio è molto utile per introdurre il discorso
sull'inversione della probabilità proponendo domande
del tipo: ``quanto si può credere al valore stimato da uno studente?'';
``quanto si può credere al valore attenuto mediando tutte le stime?''
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Giulio D'Agostini
2001-04-02