Si parla di misura materializzata (campioni di misura) per indicare strumenti che rappresentano uno specifico valore o una serie di valori del misurando, per esempio una unità, con multipli e/o sottomultipli. Questo è il caso di righelli per misure di lunghezze, di cilindri graduati, o anche di resistenze campione, pesi campione, etc. In questo caso il valore nominale della grandezza corrisponde all'indicazione su di essa.
L'elemento di uno strumento o di una catena di misura che è direttamente affetto dalla grandezza che si intende misurare è chiamato sensore. Esso rappresenta il primo stadio del processo di misura. Molto spesso è associato ad esso un trasduttore, il quale ha il compito di produrre come consequenza della grandezza di ingresso (stimolo) un segnale di misura, tipicamente elettrico (tensione o corrente). Esempi di trasduttori sono le termocoppie, cristalli pizoelettrici, elettrodi di pH, e così via.
Seguono poi uno o più stadi intermedi per il trattamento
(analogico o digitale) del segnale ed infine un elemento
finale (uscita) per l'indicazione oppure la registrazione
del valore misurato (vedi, per esempio, figura
.
Più in generale,
l'uscita dello strumento o della catena
può essere classificata in diretta e indiretta
a seconda che essa sia o meno direttamente percepibile
dai sensi umani. Alla categoria degli
strumenti ad uscita indiretta
appartengono
tutti i moderni strumenti che registrano le informazioni
direttamente su una memoria di un calcolatore, su dischi
magnetici o ottici.
Ad esempio un barografo è uno strumento di registrazione
che consente anche una lettura diretta dei valori misurati.
È chiaro che, comunque,
quando si entra nel regno dei computer
queste classificazioni diventano
un po' oziose. Ad esempio un computer che legge
un segnale di misura tramite
un'interfaccia complicata a piacere, lo converte
``istantaneamente'' in un valore della grandezza e
lo mostra immediatamente su uno schermo si comporta come uno strumento a
lettura diretta con indicazione e registrazione simultanee.