Dettaglio degli argomenti trattati a lezione 
- Lezione 1 (16/3/11)
-  
     - Introduzione al corso.
     
- Le cinque fantasie fatali (da evitare!).
     
- Qualche ripasso consigliato:
         
         - Logbook 
             (versione pdf: Le basi del metodo sperimentale: 
              vedi qui).
         
- Cifre significative
            (con esercizi).
         
- Carte logaritmiche
             (in particolare carta semilog). 
 Esercizio proposto:
             - simulare un andamenti del tipo x(t)=x0e-t/τ
                 e  x(t)=x0(1-e-t/τ), 
                 tabularne i valori (circa 20 punti da 0 a 6τ), riportare
                 su carta semilog e ricavarsi il valore di τ.
             
 
 
- Richiami di forze gravitazionali e analogie con forze elettriche: 
         forza, campo, energia potenziale, potenziale, lavoro. Lettura di grafici 
         di potenziale e di energia potenziale;
     
- Esempio dell'impianto di risalita come analogo di un circuito con 
         forza elettromotrice ('il motore') e resistenza ('attrito'):
         
         - lavoro compiuto dal campo gravitazionale e dal motore;
         
- potenza necessaria per mantenere un 'flusso di massa': 
             P = (dm/dt) × (hg) =  ΦM × VG  
         
 
- Peculiarità delle forze elettriche:
         
         - cariche di segno opposto;
         
- generatori di tensione: mantengono una differenza di potenziale costante
             fra i loro capi;
         
- conduttori e superfici equipotenziali: permettono
             di 'trasportare' le differenze di potenziale;
         
- scorrimento di cariche -> corrente elettrica;
         
- strumenti per misurare differenze di potenziale (voltmetri).
         
 
- Circuito elementare:
         
         - Legge di Ohm (attenti al segno): IA->B = (VA - VB) / R.
         
- Unità di misura di Q, I,  V e R.
         
- Bilancio energetico: 
             
             - Potenza erogata dalla forza elettromotrice: 
                 IΔV →  I×f;
             
- Potenza dissipata da un resistore IΔV 
                  → “effetto Joule”.
             
 
- Resistenza di un conduttore cilindrico: proporzionale a lunghezza
             e inversamente proporzionale alla sezione; coefficiente di
             proporzionalità dipende dal materiale (resistività):
             
 → da cui segue che resistenze in serie si sommano!
- Esercizi:
             
             - Batteria (f = 12V) con stufetta (“resistore”
                 di resistenza R) che dissipa 1000W nel caso di
                 cavi ideali:
                 
                 - valutare  R e la corrente erogata dalla batteria;
                 
- tener conto della resistenza dei cavi, assumendo
                     che ciascuno sia lungo 2m e abbia un diametro di 2mm
                     e che la resistività del rame sia di 
                     2×10-8 Ωm; in particolare, calcolare
                     
                     - corrente e potenza erogata dalla batteria
                         (prima di fare i conti, provare a rispondere:
                          la potenza sarà maggiore o minore di quella precedente?);
                     
- potenza dissipata dai cavi e dalla stufetta;
                     
- tensione ai capi (di R) della stufetta.
                     
 
 
- Sull'etichetta di una batteria per auto si leggono le
                 seguenti caratteristiche: 12V, 450A e 60Ah. 
                 Che informazioni ci danno? In particolare, assumendo di farla
                 lavorare in un modo efficiente (trascurando energia dissipata 
                 internamente e altre perdite di energia): 
                 quanta acqua ci si potrebbe scaldare da 20 a 30 gradi, 
                 scaricando completamente la batteria?
             
 
 (Per ulteriori dettagli ed esercizi, vedi testo preferito).
 
 
- Lezione 2 (23/3/11)
-  
     - Soluzioni esercizi su batterie. 
     
- Ancora su legge di Ohm e applicazioni.
     
- Circuito elettrico, maglie e nodi. 
         
- Esempio di circuito con generatore (f=12V) 
             con in serie R1 (10Ω) 
             e parallelo di R2 e R3
             (50 e 15 Ω rispettivamente). 
 Nota:
             - resistenze in serie: in ciascuna di esse circola la stessa corrente;
             
- resistenze in parallelo: ai capi dei esse c'è la stessa 
                 differenza di potenziale.
             
 
- Regole generali (leggi/principi di
             Kirchhoff) per 'risolvere' i circuiti: 
             
             - Ad ogni nodo: Σi Ii = 0,
                 con versi positivi per correnti entranti
                 (e analogia idraulica);
             
- Per ogni maglia: 
                  Σi ΔVi = 0
                 (e analogia gravitazionale). 
             
 
- Applicazione al circuito di esempio.
         
- Regoletta pratica per la legge delle maglie (ma è 
             preferibile ricordare quella generale): 
             Σi fi = 
                Σk RkIk, 
                con
                fi e Ik
                    positive se sono nel" verso
                    di percorrenza" della maglia (ovvero quello con cui
                    si fa l'"inventario delle differenze di potenziale",
                    che non ha niente a che vedere con i versi delle correnti!).
             
             - Applicazione a circuito con due generatori (2.1 e 1.9 V) 
                 e tre resistori (45,10, e 10 Ω),  vedere/chiedere appunti, 
                  da qui in poi indicato come 
                  esempio guida ('master example).
             
 
- Bilancio energetico di circuito elementare costituito da generatore
         e resistenza (ed analogia gravitazionale/idraulica): 
         
         - lavoro compiuto
             dal campo elettrico e e dalla forza elettromotrice;
         
- potenza necessaria per mantenere il circuito in funzione;
         
- potenza fornita dalla forza elettromotrice e potenza dissipata
             dalla resistenza: Effetto Joule: P = I ΔV. 
         
- Essendo questa relazione valida ai capi di ogni resistore, 
             dalla legge di Ohm otteniamo
 P = I ΔV = ΔV2/R = R I2.
 
- Partitore di tensione e partitore di corrente:
         
         - Resistori in serie di cui si conosce la tensione 
             ΔVs ai loro capi:
              
             - ΔVi = 
                 ΔVs Vi/(Σi Ri), 
                 proporzionale a Ri: cadute di tensione proporzionale
                 ai valori delle resistenza:
             
- resistenza equivalente della serie: 
                 Rs = Σi Ri
                 (si sommano, quindi Rs > Ri);
             
- giustificazione dei fili di collegamento come, approssimativamente,
                 equipotenziali.
             
 
- Resistori in parallelo di cui si conosce la corrente totale 
             che fluisce attraverso di essi (I0 = Ip):
              
             -  I = I0 (Rp/Ri), 
                  inversamente proporzionale a resistenza i-ma
                  (dimostrazione lasciata come semplice 
                   esercizio);
             
- resistenza equivalente del parallelo:
                 Rp-1 = 
                 Σi Ri-1
                 (si sommano i reciproci, 
                  quindi Rp < Ri).
             
 
 
- Esercizi per casa: 
         
         - Risolvere esercizio con un generatore e tre 
             resistenze (serie+parallelo, vedi sopra), 
             sia risolvendo le equazioni generali che
             `riducendo' il circuito. 
         
- Risolvere l'esempio guida e, più in particolare:
             
             - calcolare le correnti Ii, I2
                 e I3 che scorrono nei resistori;
             
- cosa succede se si pongono a zero, alternativamente, 
                 le tensioni a capi dei due generatori? Valutare le nuove correnti
                 e confrontare con quelle prodotta dai due generatori entrambi 'accesi';
             
- calcolare la potenza erogata da ciascun generatore e la potenza
                 dissipata da ciascuna resistenza; 
             
- Ponendo a zero (convenzionalmente) la tensione del nodo fra 
                 le tre resistenze (VC = 0, secondo lo schema
                 disegnato a lezione), valutare il potenziale negli altri punti 
                 del circuito;
             
- immaginiamo di bypassare R2 mediante 
                 un filo perfettamente conduttore: quanto vale la corrente 
                 che passera' in esso? (È conveniente risolvere il circuito
                 considerando la corrente prodotta individualmente da ciascun generatore
                 ed usare equivalenti serie/parallelo).
 [Anche se il senso di quest'esercizio può sfuggire, 
                  la soluzione sarà di un certo interesse nel seguito.]
 
 
 
 
- Lezione 3 (30/3/11)
- 
    - Esercizio di riscaldamento sui partitori di tensione.
    
- Soluzioni numeriche dei problemi delle scorse lezioni:
        
        - Stufetta:
             
            - nel caso di cavi ideali circola una corrente 
                di 83.3A e la resistenza vale R = 0.144Ω;
            
- i cavi reali hanno una resistenza di 0.011Ω ciascuno,
                quindi la tensione sulla resistenza della stufetta sarà
                10.4V (partitore), la corrente 72.4A, potenza della stufetta
                753W e potenza dissipata dai cavi 114W (si scaldano!);
            
- importanza del dimensionamento dei cavi per:
                
                - evitare surriscaldamenti;
                
- evitare cadute di tensioni (alcuni dispositivi 
                    possono funzionare "di meno", 
                    altri non funzionano affatto se la tensione è 
                    minore di una certa soglia): caso dei cavi per
                    far partire auto con batteria scarica.
                
 
 
- Circuito con generatore da 12V e tre resistori:
            
            - si suppone che sia stato risolto anche usando le leggi
                di maglie e nodi;
            
- Soluzione mediante riduzione a circuiti equivalenti:
                R2,3 = 11.54Ω,
                Rt = 21.54Ω,
                IG = I1 = 557mA,
                V1 = 5.57V, V2,3 = 6.43V,
                I2 = 129mA,I3 = 429mA, 
                PG = 6.69W, P1 = 3.10W,
                P2,3 = 3.58W, P2 = 0.83W,
                P3 = 2.76W. 
            
 
- Circuito con due generatori e tre resistori 
            (“master example”):
            
            - correnti (con i versi usati a lezione): 
                
                | correnti |  | f2=0 | f1=0 |  | I1 (mA) | 40 | 21 | 19 |  | I2 (mA) | -30 | -115.5 | 85.5 |  | I3 (mA) | 10 | -94.5 | 104.5 |  
 →  “principio di sovrapposizione”.
-  → completare
                 (si dà ancora tempo
                 per rispondere alle altre domande). 
            
 
 
- Misure di tensione, corrente (strumento in serie!) e 
        resistenza (att. ad altre resistenze in parallelo o ad eventuali
        generatori!).
    
- Principio di funzionamento e uso del multimetro analogico ICE:
         
    
- Misure di tensione, corrente (strumento in serie!) e 
        resistenza (att. ad altre resistenze in parallelo o ad eventuali
        generatori!).
    
- Perturbazioni introdotte dagli strumenti. Voltmetro ideale
         (RV → ∞)
        e amperometro ideale (rA → 0).
 Esercizi 
        per valutare l'entità delle perturbazioni:
        - Si immagini un generatore di f.e.m. f
            con in serie due resistenze
             R0 
             e R: valutare le tensione su R e 
             confrontarla con la tensione misurata da un voltmetro 
             di resistenza interna RV.
 → Si esprima il rapporto fra tensione misurata
             e tensione ideale in funzione del rapporto fra 
             Rp, parallelo fra  R e 
             R0, e  RV.
- Si immagini un generatore di f.e.m. f
            con in serie la resistenza R: si valuti la corrente
            che fluisce in R e la si confronti con quella
            misurata da un amperometro di resistenza interna 
            rA. 
 → Si esprima il rapporto fra corrente misurata
            e corrente ideale in funzione del rapporto 
            fra rA e R.
 
- Condensatore:
        
         Introduzione 'modellistica' al condensatore tramite la sua 
         proprietà fondamentale:  ΔVC = Q/C
         e analogia con capacità termica.
        - Analisi del circuito con generatore, resistenza e condensatore
            posti in serie:
            
            - idea di base del modello: 
                
                - il condensatore si comporta
                    come un generatore di tensione variabile, il cui valore
                    da quanta carica è immagazzinata ad un certo istante;
                
- quindi basta applicare la regola generale che 
                    ΣiΔVi = 0, 
                    ovvero, nel caso elementare, 
                    f -IR -VC=0, etc. etc.
                
 
- corrente che fluisce nel circuito e variazione 
                di carica sulle armature del condensatore:
                I = dq/dt  → dQ/dt;
            
- I = (f - VC)/R 
 → dQ/dt = (f - VC)/R
 → C dVC/dt = (f - VC)/R.
- diventa, in forma canonica: 
                dVC/dt = - 1/τ (VC - f),
                con τ = RC.
            
 
- Carica/scarica del condensatore e analogia con 
          1) variazione di velocità oggetto che cade 
         soggetto a forza totale mg - βv; 
         2) processo di termalizzazione (+decadimenti nucleri, 
            crescite/decrescite di popolazioni e altro).
        
- Esercizi: 
            
            - risolvere l'equazione differenziale appena incontrata
                con le seguenti condizioni al contorno:
                
                -  VC (t=0) = 0  e f ≠ 0 (carica);
                
-  VC (t=0) ≠  0  e f = 0 (scarica).
                
 
- Tabulare i valori VC (t) 
                in carica/scarica per 
                 R = 30MΩ e  
                 C = 2.2μF, riportarli su carta semilog 
                    (distribuita a lezione) e ricostrire τ.
            
- Valutare la corrente I(t) che circola nel circuito
                per i generici valori R e C 
                (banalmente da =dQ/dt) e la tensione 
                ai capi di R (legge di Ohm) in carica e scarica,
                cercando di farsi una ragione dei segni di 
                 I(t) e VR(t).
            
- Nota I(t) valutare la potenza 
                PG(t) erogata dal generatore 
                e quella [PR(t)] 
                dissipata dalla resistenza. 
            
- Da PG(t) e PR(t)
                ricavarsi l'energia totale fornita dal generatore,
                quella dissipata dalla resistenza per effetto Joule e, 
                per differenza, quella immagazzinata nel condensatore.
            
- Infine, mostrare come durante la scarica l'energia 
                del condensatore ricompare come energia termica per
                effetto Joule sulla resistenza.
            
 
 
- Teorema di Thevenin:
        
        - dimostrazione, basata sul principio di sovrapposizioone
            (vedi appunti);
        
- uso su circuito teorico e su scatola nera empirica;
        
- applicazione al “master example”.
	
 
- Esercizi: 
        
        - Completare esercizi in sospeso (in particolare 
            considerazione energetiche su carica/scarica
            del condensatore).
        
- Verifica del teorema di Thevenin sul 'master example',
            'thevenizzato' fra i punti B e C (ovvero in parallelo a
            R2), in particolare confrontare
            la corrente di corto circuito mediante dall'equivalente
            di Thevenin con quella valutata direttamente.
        
- Si immagini di collegare, in parallelo a R2(t)
            la resistenza R4 = 5Ω: →
            calcolare I4 e nuova differenza di potenziale
            ai capi di  R2(t).
        
- Si immagini di aggiungere ancora, in parallelo 
            a  R4 un condensatore di capacità
            10nF:  → valutare  VC(t)
        
 
- LABORATORIO:
        
        - presentarsi tutti martedì 5, ore 14:30 presso i
            laboratori di Via Tiburtina, coscienti che 
            qualcuno potrebbe essere assegnato alla classe del mercoledì
            (con priorità a volontari);
        
- procurarsi quaderno di laboratorio,
            (1 per coppia; chi è in dubbio sulla coppia si porti un
            quaderno proprio).
        
- Appunti sull'esercitazione
            (non è una `scheda'!): 
            file pdf
            (non verranno distribuiti in laboratorio!). 
            Si consiglia fortemente di fare mente locale su cosa si andrà
            a fare, cercando di chiarirsi eventuali punti deboli
            sulla teoria che riguarda l'esercitazione 
            (lavorare sugli esercizi proposti in questa lezione
             può essere molto utile).            
        
- Si raccomanda inoltre di riguardarsi uso del 
             logbook,  
             cifre,
             tabelle,  
             grafici e 
             analisi grafiche (in particolare
            uso della carta  logaritmica). 
        
 
 
 
- Lezione 4 (6/4/11)
-  
     - Soluzione mediante matrici dei circuiti in corrente continue:
         
         - applicazione al master example;
             
             - esercizio: ricavarsi
                 la matrice che applicata al `vettore'
                 {f1, f2} dà il 
                 'vettore soluzione 
                 ({I1, I2,  I3}).
             
 
- principio di sovrapposizione e circuiti lineari;
         
 
- Ancora sul teorema di Thevenin. 
         
         - Esercizio: si ha una scatola nera e viene misurata la tensione fra i punti A e 
                  B (ovvero VA-VB) e la corrente
                  di corto circuito; esse valgono 5V e 100mA. Si ha anche una seconda
                  scatola nera, per la quale si misurano VA'-VB' = 3V
                  e una corrente di corto circuito di 300mA. Successivamente le due scatole
                  nere vengono collegate fra di loro, A con A' e
                  B con B'. Valutare la tensione che si misurerà fra i punti 
                  A e B. 
         
 
- Generatori di corrente ed equivalente di Norton: generatore di corrente
         I0, con resistenza in parallelo  Req;
        
        - Relazione fra i parametri degli equivalenti di Thevenin e di Norton:
           
               - Req(N) = Req(T);
               
-  I0(N) = Veq(T) / Req
           
 
- Soluzione di circuiti contenenti generatori sia di tensione 
            che di corrente: 
            
            - uso del principio di sovrapposizione; 
            
- riduzione (quando è possibile) a equivalenti di Thevenin. 
            
 
- Esercizi: (i primi due volti in aula)
            
               - mostrare come ai capi dell'equivalente di Norton 
                   la tensione a circuito aperto vale  Veq(T), 
                   mentre la corrente di corto circuito vale  I0(N);
               
- si immagini di applicare agli equivalenti di  Thevenin e di Norton
                   dello stesso circuito una resistenza 'di carico' R: 
                   mostrare che la corrente che attraversa R è la stessa
                   per entrambi gli equivalenti;
                
- Applicare teorema di Thevenin e teorema di Norton
                    al master example. 
           
 
 
- Uso del teorema di Thevenin per schematizzare un generatore
         reale di tensione:
         
         - resistenza interna del generatore;
         
- Esercizi::
             
             - Si consideri un generatore di tensione  (V0)
            con resistenza interna  R0, 
            a cui è connessa una resistenza R:
            
	    - si calcoli la potenza totale in funzione del rapporto
                delle due resistenze;
            
- si calcoli la potenza erogata dal generatore verso l'esterno,
                ossia quella dissipata dalla resistenza “esterna”
                e, in particolare, per quale valore di 
                R/R0 essa è massima;
            
- si calcoli l'efficienza η, definita come 
                il rapporto fra l'energia (o potenza) erogata verso l'esterno
                e quella totale fornita dal generatore, 
                in funzione di  R/R0.
	    
 
 
 
- Uso del teorema di Thevenin per modellizzare le perturbazioni
         introdotte da voltmetro e amperometro.
         
- Perturbazione introdotta dal voltmetro: caso di 
            misura di tensione ai capi di un generatore 
            (V0) piu' una resistenza  (R0):
            
	    - → partitore: V = V0 
                RV/(R0 + RV)
                 = V0 × 1/(1 + R0/RV).
	    
 
- Perturbazione introdotta dall'amperometro:
            
	    - I = V0 / 
                (R0 + rA)  
                 = I0 × 1/(1 + rA/R0), 
                 ove I0 rappresenta il valore 
                 (ideale) imperturbato, ovvero I0 = 
                  V0/R0 .
	    
 
- Condensatori in parallelo e in serie 
         
         - regole duali a quelle delle resistenze
             (vedi corso di Elettromagnetismo);
         
- Problemino dei due condensatori prima
             caricati e poi collegati in paralello (+ con + e - con -). 
         
 
- Problemino del generatore di tensione con resistenza, ma senza
         chiudere il circuito: perché il potenziale all'estremo 'volante'
         della resistenza è uguale a quello all'estremo collegato 
         al generatore? (Risolto in aula, con varianti interpretative).
     
- Soluzione dell'equazione differenziale che descrive carica
            e carica di un condensatore:
            
	    - carica: 
                VC(t) = f (1 - e-t/τ), 
                da cui I(t) = dQ(t)/dt = C dVC(t)/dt 
                = f/R  e-t/τ e 
                VR(t) = R I(t) =  f  e-t/τ;
            
- scarica:
	        VC(t) =   f e-t/τ,
                 da cui I(t) = -f/R  e-t/τ
                 e   VR(t)  = - f  e-t/τ.
            
- Note sul significato dei segni e sulla somma, istante
                per istante, di  VC(t) e  
                VR(t).
            
- Note sulla linearizazione di tali andamenti mediante
                grafici su carta semilog. 
	    
 
 
- Considerazioni energetiche nella carica e scarica del
         condensatore (essenzialmente soluzione di problemi
         proposti la scorsa lezione):
          
        - Bilancio energetico nella carica/scarica del condensatore:
            
            - carica (ove Q è la carica finale):
                 
                - energia fornita dal generatore (o dal suo equivalente
                    di Thevenin nel caso di 'complicazioni'): fQ = f(Cf) = Cf2;
                
- energia dissipata per effetto Joule dalla resistenza:
                    PJ(t) = RI2(t), con I(t) = f/R e-t/τ.
                     Ne segue 
                     EJ = ∫0∞PJ(t)dt = 1/2 C f2.
 → Che fine ha fatto l'energia residua? → EC = 1/2 C f2.
- Se EC = 1/2 C f2 è un'energia deve 'rispuntare'.  
                
 
- scarica: PJ(t) = RI2(t), con  I(t) = -f/R e-t/τ:
                
 → quindi la resistenza dissipa esattamente la stessa energia nei processi di carica e di
                    carica e di scarica, ogni volta pari a quella immagazzinata dal condensatore.
 
 
 
 
- Lezione 5 (13/4/11)
-  
     - Quattro resistenze  “a ponte” (di Wheatstone):
         condizione fra le resistenze affinché sia `equilibrato'
         (stesso potenziale fra i punti `centrali' A e B):
         soluzione mediante “partitori affiancati”:
         
	   - affinché sia “bilanciato&rdquo la partizione
               da una parte deve essere uguale a quella dall'altra 
               parte, ovvero il rapporto delle resistenze a sinistra
               deve essere uguale al rapporto di quelle a destra;
           
- uso del ponte per misure di resistenza mediante due
               resistenze perfettamente note e un potenziometro di 
               precisione.
	 
 
- Commenti sulla prima esercitazione di laboratorio:
        
        - alcuni gruppi hanno bisogno di rivedersi 
            le raccomandazioni sul logbook, l'uso delle
            cifre significative della carta millimetrata 
            (soprattutto semilog). 
        
- commenti sulle esperienze:
            
            - calibro e importanza di leggere al meglio 
                gli strumenti analogici.
            
- Collanina cortocircuitata agli estremi: semplice applicazione
                di resistenze in serie e in parallelo.
            
- Partitore di tensione con diversi strumenti e diversi fondi scala:
                
                - se con il voltmetro di resistenza interna RV
                    si esegue una misura di tensione ai capi di n R, non si misurerà
                     f ×n/N (partitore fra  nR e  (N-n)R,
                        bensì il partitore fra  Rp e  (N-n)R,
                        ove  Rp sta per il parallelo fra (N-n)R e RV.
                
 
- Carica e scarica del condensatore:
                
                - il condensatore non si carica alla tensione del generatore a causa
                    della resistenza del voltmetro, posta in parallelo al condensatore:
                    
                    - quando il condensatore si è caricato scorre ancora
                        corrente nel circuito: → le resistenze R e  
                        RV diventano in serie (stessa corrente - non lo erano inizialmente!):
                         → partitore fra  RV e  R;
                    
- equivalente del circuito composto dal solo generatore e resistenze
                        ai capi del condensatore (staccato):
                        
                        - Veq data dal partitore fra RV e  R;
                        
- Req  data dal parallelo fra RV e  R;
                        
- → la perturbazione cambia la tensione di carica e la costante di tempo
                            dello stesso fattore!
                        
 
- differenza fra scarica spegnendo il generatore (il condensatore si scarica
                        sul parallelo fra  RV e  R) e scarica staccando
                        il generatore (il condensatore si scarica
                        sulla sola  RV).
                    
 
 
 
- Per proseguimento analisi dati dell'esercitazione vedi file aggiuntivo
                nella giornata dell'esperienze (sito principale del corso)
            
- Consegna quaderni: 27 aprile.
        
 
- Introduzione alle correnti alternate:
         
         - generatore di tensione variabile nel tempo:
             generatore di segnali di laboratorio;
         
- importanza teorica e pratica dei circuiti in 
             regime sinusoidale (→ teorema di Fourier, 
             che sarà fatto nel corso di Metodi);
         
- importanza pratica dell'alta tensione per il trasporto di
             di energia e della corrente alternata per la trasformazione
             di tensione. 
         
 
- Introduzione allo studio dell'RC in regime sinusoidale:
         
         - notazioni semplificate 
             (VC, VR):
             attenzione alle polarità!
         
- caso facile in cui T>>&tau.
         
 
- Oscilloscopio a raggi catodici.
        
        - Introduzione qualitativa al suo principio di funzionamento
            (e a quello dei televisori a raggi catodici).
        
- Illustrazione dei comandi fondamentali (per dettagli
            vedi dispensa suggerita e appunti online De Bernardis/Masi).
        
 
 
 
- Lezione 6 (20/4/11)
- 
    - Esercizi di `riscaldamento' sul teorema di Thevenin.
    
- Esercizio: ponte di Wheatstone 'sbilanciato',
         con resistenza r 
         fra A e B (vedi appunti e lezione precedente): 
         calcolare la corrente che scorre in 
         questa resistenza (suggerimento: Thevenin).
    
- Ancora sull'esercizio del trasferimento di potenza: soluzioni
        (senza dettagli) e loro significato: 
        
        - trasferimento di potenza (verso l'esterno) è massimo quando 
            R (del carico) 
            è pari alla resistenza interna del generatore R0;
        
- efficienza (frazione di potenza dissipata all'esterno
            rispetto al totale) massima quando R >> R0;
        
- nelle condizioni di massimo trasferimento di potenza l'efficienza
            è pari al 50%. 
        
 
- Continuazione introduzione all'oscilloscopio:
        
        - misura ampiezza e frequenza;
        
- ruolo del trigger: soglia e polarità;
        
- visualizzazione di due tracce e misure di sfasamento;
        
- uso (e abuso) del trigger LINE (e analogia con le ruote
            dei carri nei film).
        
 
- Circuito RC con segnale in  “corrente alternata”
        (segnale periodico; si ricorda che i generatore di onde
         disponibili in laboratorio possono produrre onde
         sinusoidali, rettangolari e triangolari).
        
        - Considerazioni generali
            
            - nel caso limite  si periodo dell'onda molto maggiore
                della costante di tempo del circuito (T >> τ) 
                il condensatore si porta `istantaneamente' 
                alla tensione del generatore;
            
- nel limite opposto  (T << τ) il condensatore 
                non riesce mai a `raggiungere' il generatore;
                
                - sottocaso interessante, con onde rettangolari fra 
                    +V0 e -V0: 
                    il condensatore tende alla tensione di alimentazione 
                    in modo lineare (in quando per t << τ l'esponenziale
                    è soddisfacentemente approssimato da una retta) finché
                    essa non si inverte, quindi tende al valore opposto, etc.:
                    
 → onda triangolare di ampiezza << V0.
 
 
 
- Circuito RC in “regime sinusoidale”, ovvero
        alimentato da un generatore sinusoidale 
        V(t) =  V0 cos ωt,
        con periodo T = 2π/ω.
        
        - Casi limite:
             
            - per T >> τ vale quanto detto sopra:
 → VC(t) = V(t);
- per T << τ il condensatore tende, 
                istante per istante, al valore istantaneo
                di  V(t), il quale, a differenza  
                dell'onda rettangolare, cambia con continuità:
 → la derivata di  VC(t) è
                proporzionale a V(t).
 Esercizio: quanto vale 
                VC(t) in base a queste considerazioni. 
                (Verificare che con  lo stesso ragionamento 
                 si riottiene anche il caso limite dell'onda rettangolare.)
 
- Equazione differenziale per risolvere il caso
            generale:
 V(t) - R dQ/dt - Q(t)/C = 0, 
            ovvero  V(t) - τ dVC/dt - VC(t) = 0:
            - soluzione omogenea importante solo all'accensione
                (il tansiente si spegne con costante di tempo τ);
            
- soluzione particolare è 'forzata' alla 
                frequenza del generatore
                ed è perciò del tipo 
                VC(t) = VC0 
                cos(ωt + φC):
                
 → VC0 
                    e  φC 
                in funzione della frequenza e dei parametri del
                    circuito (riassunti in τ)
- sostituendo la soluzione “di prova” 
                nell'equazione differenziale si ottiene:
 V0 cos ωt + τω  
                 VC0 sin(ωt + φC)
                    -  VC0 cos(ωt + 
                φC) = 0
 una equazione con due incognite?  ;-)  ...
-  → non è una sola equazione,
             ma infinite equazioni (non indipendenti), una per ogni valore di t.
 Scegliendo t=0 e t=T/4 si hanno le seguenti equazioni:
             - V0 -  τω  VC0 sin(φC)
                    -  VC0 cos(φC) = 0;
             
- τω  VC0 sin(&pi/2 + φC)
                    -  VC0 cos(π/2 + φC) = 0, che può essere riscritta
                 τω  VC0 cos(φC)
                    +  VC0 sin(φC) = 0.
             
 
- Dalla seconda equazione abbiamo tan(φC) = -ωτ = -ω/ωT = 
             -ν/νT,
            avendo definito ωT = 1/τ (pulsazione di taglio), 
            da cui νT = 1/2πτ (frequenza di taglio).
            
            - Esercizio: studiare (anche aiutandosi con grafici al computer)
                φC in funzione della frequenza. 
            
 
- Sostituendo il valore di φC = argtan(-ω&tau)
            nella prima equazione(*) si trova
            
            -  VC0 = V0 / sqrt(1 + ω2τ2) = 
                   V0 / sqrt(1 + ω2/ωT2) = 
                   V0 / sqrt(1 + ν2/νT2).
            
- Esercizio: studiare (anche aiutandosi con grafici al computer)
                VC0 in funzione della frequenza.
            
 (*)Si ricordano le due relazioni trigonometriche utili
            per risolvere l'equazione:
            - sin(arctan(x)) = x / sqrt(1+x^2)
            
- cos(arctan(x)) = 1 / sqrt(1+x^2)
            
 
- Significato della frequenza di taglio: circuito RC come filtro: 
            passa basso.
        
- Filtro complementare (passa alto) prelevando la tensione di uscita
            ai capi di R (ragionamento qualitativo).
        
- Attenuazione dell'ampiezza di tensione per ν=νT 
            e modo per determinare empiricamente νT.
        
 
- Da  VC(t) a  VR(t):
        
        - VR(t) = RdQ/dt = τdVC/dt;
        
- derivate ”da fisico“ di seno e coseno (rispetto al tempo):
            ogni derivata equivale a moltiplicare per ω e sfasare di +&pi/2. 
            
            - →analogia cinematica: moto circolare uniforme:
                
                - vettori ruotanti r e v;
                
- |v| = ω |r|;
                
- significato dell'affermazione 
                    “v anticipa r di π/2”
                    indipendentemente dalla frequenza di ruotazione.
                
 
 
- → VR(t) = ωτVC0cos(ωt + φC + π/2),
            ovvero:
            
            - VR0 =  ωτVC0;
            
-  φR = φC + π/2;
            
 
- Per ricordarsi del fatto VR(t) è 
            ottenuta da VC(t) moltiplicando per 
           ωτ e anticipando di π/2, si noti che
           per passare da  VC(t)  a  VR(t)
           occorrono i seguenti passaggi:
           
           - da VC(t) a QC(t)
               [→ × C];
           
- da QC(t) a I(t)
               [→ derivata, quindi ampiezza moltiplicata per ω
                e fase incrementata di π/2];
           
- da I(t) a VR(t)
               [→ legge di Ohm: × R].
           
 [Inoltre il fattore che lega VR(t)
            a VC(t) deve essere ovviamente
            adimensionale e la più semplice 
            funzione adimensionale
            dei parametri in gioco, tale che per ω→0
            tende a zero (cosa che sappiamo dover essere vera
            da ragionamenti generali), è proprio 
            RCω = τω.]
- Esercizi:
            
            - riscrivere in modo opportuno VR0 in funzione 
                della tensione del generatore, della frequenza e della frequenza di taglio;
            
- fare il confronto (anche mediante grafici) di  VR0
                VC0, verificando, fra l'altro, che il filtro
                realizzato prelevando l'uscita ai capi di R è un passa alto;
            
- idem per gli sfasamenti (riflettere sul significato di 
                'anticipo' e 'ritardo');
            
- in particolare, valutare quanto valgono ampiezze e sfasamenti alla frequenza di taglio.
             
 
- Altri esercizi:
            
            - Valutare quanto I(t) e, riscrivendo anch'essa come una funzione
                coseno con opportuna ampiezza e fase:
                
                - ricavarsi ampiezza e fase;
                
- calcolare il rapporto fra VC0 e  I0:
                    che significato potrebbe avere questo rapporto? 
                
 
- Supponiamo che la tensione ai capi di un ipotetico elemento circuitale dipenda
                dalla derivata dell'intensità di corrente (con un fattore di proporzionalità
                che indichiamo con L): ricavarsi quanto vale la tensione ai capi 
                di questo elemento (sempre espressa come ampiezza e fase rispetto al generatore).
            
 
 
- `Esercizio' (anticipo di quanto si farà 
            nella lezione, ma che, con le opportune indicazioni, diventa un semplice esercizio di matematica) 
            un modo alternativa per risolvere il problema
                consiste nel passare a variabili complesse:
                
                - tensione del generatore complessa: 
                    v(t) = V0ej(ωt), 
                    di cui la grandezza fisica di interesse è la parte reale, 
                    V(t)=  Re[v(t)] =  V0cos(ωt);
                
- soluzione di prova complessa (lettere minuscole) 
                    vC(t) = VC0ej(ωt + φC),
                    di cui la soluzione fisica è la parte reale, 
                    ovvero VC(t) = Re[vC(t)],
                    come si può verificare facilmente;
                
- è conveniente fattorizzare vC(t) in una parte 
                    dipende dal tempo e una indipendente:  vC(t) = 
                    [VC0ejφC]×ejωt;
 → ovvero, chiamando la parte non dipendente dal tempo vC0 
                    [=VC0ejφC], riscriviamo la soluzione di prova
                    come vC(t) = vC0ejωt;
- inserire la soluzione di prova  vC0ejωt
                    nell'equazione differenziale e ricavarsi vC0;
                
- trovata la soluzione complessa vC0, 
                    ricavarsi le espressione di  VC0 
                    e φC. 
                
 
- Infine: una volta trovata l'espressione della tensione 
                 VC(t) ai capi del condensatore:
                 
                 - ricavarsi l'espressione 
                     della corrente che circola nel circuito (banalmente  dQ/dt = CdVC/dt)
                     e della tensione VR(t) ai capi della resistenza (banale legge di Ohm);
                 
- esprimere   I(t)  e VR(t) come  
                     I0cos(ωt + φI) e  
                     VR0cos(ωt + φR), rispettivamente, e 
                     ricavarsi le relazioni che intercorrono fra φC, 
                      φI e  φR.
                 
 
 
 
 
- Lezione 7 (27/4/11)
- 
    - Guida pratica all'uso dell'oscilloscopio (ISO-TECH ISR 622, 
        per dettagli manuale (pdf 2.0MB)). 
 In particolare:
        - selezione degli ingressi, loro ampiezze e posizione;
        
- visualizzione multipla di tracce e operazione ADD (e
            differenza mediante inversione);
        
- scala temporale e shift orizzontale;
        
- selezione del trigger;
        
- uso e imoportanza del trigger esterno;
        
- opzione x-y e suo uso per misure di sfasamento. 
        
- problema delle `masse accoppiate': → impossibile
            visualizzare VC  e VR
            simultaneamente. 
        
 
- Illustrazione delle prossime 2 esercitazioni: oscilloscipio
         e circuito RC sia in onda quadra che in onda sinusoidale. 
     
- Riepilogo della teoria dell'RC in onda quadra (carica e
         scarica del condensatore): tensioni ai capi di C e ai capi di R;
         significato dei segni. Cosa cambia fra segnale 
         di onda quadra fra 0 e un massimo e segnale di onda quadra
         `bipolare' (da -V0 a V0). 
     
- Riepilogo delle varie formule ottenute per ampiezza 
            della tensione e suo sfasamento in funzione della frequenza:
            
            - ai capi di C:
                
                -  VC0 = V0 / sqrt(1 + ω2τ2) = 
                    V0 / sqrt(1 + ω2/ωT2) = 
                    V0 / sqrt(1 + ν2/νT2);
                
- &phiC = -atan(ωτ) = 
                     - atan(ω/ωT)
                     = - atan(ν/νT).
                
 
- ai capi di R:
                
                -  VR0 = V0 / sqrt(1 + 1/(ω2τ2)) = 
                    V0 / sqrt(1 + ωT2/ω2) = 
                    V0 / sqrt(1 + νT2/ν2);
                
- &phiR = &phiC + π/2 = 
                    atan(νT/ν).
 [tan(α + π/2) = -cotg(α).]
 
 
- Circuito RC come filtro:
        passa basso ai capi di C 
        e passa alto ai capi di R (anche 'CR'): 
        significato e applicazioni
    
- Discussione della fenomenologia dell'RC in regime sinusoidale
         e delle misure da eseguire in laboratorio.
   
- Introduzione alla soluzione mediante l'uso di variabili complesse:
       vedi esercizi della lezione scorsa.
       
       - Esempio: come passare da vC(t)
           a vR(t): 
           
           -  q(t) = C vC(t);
           
-  i(t) = dq(t)/dt = jωC vC(t);
           
-  vR(t) = R i(t) =  jωRC vC(t) 
                 =  jωτ vC 
 → vR(t) = ωτ ejπ/2
                   VC0ej(ωt+φC);
 → VR(t) = Re[vR(t)] = 
                ωτ VC0 cos(ωt + φC + π/2).
 
- Si tratta ora di  risolvere
           
           per trovare, ancora una volta, VC0
           e  φC: provarci.
       
 
 
 
- Lezione 8 (4/5/11)
- 
    - Esercizio di riscaldamento su teorema di Thevenin e 
         teorema di Norton.
    
- Attenuazioni e amplificazioni espresse in decibel:
        
        - In genere i rapporti espressi in decibel sono definiti
            come RatiodB = 10 log10 x, ove 
            x è il rapporto fra due valori di una grandezza fisica.
        
- [Nota fuori programma: 
             Weber-Fechner law.]
        
- In fisica/ingegneria elettronica si assume che i rapporti
            siano applicati alle potenze:
            
            - PowerRatiodB = 10 log10(P2/P1)
            
 da cui:
 → 20 log10(V2/V1)
- valori tipici (-20dB corrisponde al tastino di attenuazione del 
            generatore di segnali di laboratorio):
            
            | dB | V2/V1 |  | +6 | ≈2 |  | -6 | ≈1/2 |  | +20 | 10 |  | -20 | 1/10 |  | -40 | 1/100 |  
 
- I rapporti espressi in decibel sono additivi.
        
 
- Induttore: 
        
        - Introduzione modellistica, con cenni alla legge di Lenz.
        
- Circuito con generatore, resistenza, induttanza e 
            capacità. 
        
- Analogie meccaniche e casi particolari.
        
 
- Risoluzione del circuito RC sinusoidale
        mediante il metodo simbolico (essenzialmente
        soluzione degli esercizi proposti da varie lezioni):
        tensione ai capi di C.
    
- Informazioni sul corso:
        
        - Dalla prossima esercitazione
            (10 maggio) l'esercitazione del mercoledì è soppressa:
            → tutti il martedi.
        
- Questi appunti saranno sempre più concisi: 
            per le ultime lezioni fare riferimento 
            a quelli dello scorso 
            anno, essendo il programma praticamente identico, 
            anche se l'ordine della presentazione dei contenuti 
            può talvolta differire.
        
 
 
 
- Lezione 9 (11/5/11)
- 
    - Circuito RL.
    
- RCL impulsato (vedi osc_smorz.pdf, prestando attenzione ad eventuali errori di battitura) 
       e indicazioni sulle prima parte dell'esperienza di laboratorio sull'RLC.
    
- RCL in regime sinusoidale usando la notazione complessa: 
        
        - → I0 e φI;
        
- Provare a proseguire da soli,
            note le relazioni che legano vR0,
             vC0 e  
            vL0 a  i0, 
            e ricavarsi ampiezze e fasi delle tensioni sui vari 
            componenti in funzione della frequenza 
            (vR0 è banale;)
        
- Come tener conto che 
             ad un induttore reale è associata anche una resistenza 
             RL in serie e che inoltre c'è anche 
             la resistenza del generatore?
        
 
 
 
- Lezione 10 (18/5/11)
- 
    - Circuito RCL sinusolidale, continuazione; metodo simbolico.
    
- Introduzione a R. 
 Script per RCL: 
        - RCL_sinusoidale.R. 
 [Per eseguire lo script da una console R: 
             source("RCL_sinusoidale.R"); 
             quando lo script è terminato le variabili definite
             sono a disposizione per ulteriore lavoro interattivo:
             per avere la lista delle variabili usare
             il comando ls(), o ls.str() per
             ulteriori dettagli.]
- RCL_impulsato.R.
        
 Script per RC (onde ai capi di C e di R in funzione del tempo):
        - RC_onde.R [Perché i picchi delle 
            tensioni ai capi di R e di C giacciono sempre sulla curva
            del generatore?]
        
 
 
 
- Lezione 11 (25/5/11)
- 
    - Commenti su cifre e incertezze nelle misure sui circuiti.
    
- RCL impulsato: caso (quasi) generale che prevede 
        non soltanto la scarica del condensatore ma anche 
        la sua carica e, comunque, la transizione fra due livelli
        qualsiasi del generatore ad onda quadra. (La sola approssimazione, 
        da cui il `quasi', è che il periodo dell'onda quadra sia abbastanza
        grande da tare tempo alla tensione ai capi di C di stabilizzarsi). 
        
        - Si modifica l'equazione differenziale introducendo un termine
            costante f (tensione del generatore: il caso  
            f=0 recupera le ben note oscillazioni smorzate). 
            Quindi:
 L d2Q/dt2 + R dQ/dt + 
               Q/C - f = 0
 d2Q/dt2 + γ dQ/dt + 
               ω02 Q - f/L = 0
 d2VC/dt2 + γ dVC/dt + 
               ω02C  - f/(LC) = 0
 d2VC/dt2 + 
                γ dVC/dt + 
                ω02 (VC  - f) = 0,
             che, mediante il cambiamento di variabili 
             z=VC - f, ridiventa la `famosa'
 d2z/dt2 + 
                γ dz/dt + 
                ω02 z = 0, 
             con la condizione iniziale z0 = 
             VC0 - f.
- La soluzione è quindi quella descritta negli appunti 
            (osc_smorz.pdf), previa 
              sostituzione nelle  (38) e (39) di 
              VC0 - f
              al posto di z0. 
        
- Script R con la soluzione 'ideale' (per semplicità viene
            considerata una sola resistenza e quindi VR
            sta per tensione ai suoi capi, grandezza ovviamente non misurabile
            in un RCL reale): RCL_impulsato_su-giu_ideale.R.
        
 
- Ancora RCL sinusoidale, con discussione delle tensioni
            e fasi sui vari elementi, con partizioni complesse, limiti, etc.
        
- Ancora su analogia fra oscillazioni smorzate elettriche e
            meccaniche: Q=sqrt(k m)/β.
            
            - Problemini 
                (assolutamente fuori programma, 
                ma possono essere istruttivi) sulle oscillazioni smorzate
                di un pendolo semplice nella tipica approssimazione 
                di piccole oscillazioni: 
                
                - Come dipende il fattore di merito dai vari parametri
                    del pendolo
                    (m, l, g, β)?
 [Passaggio intermedio: capire chi è l'equivalente
                     della costante elastica k nel caso del pendolo, 
                     poi tutto il resto vien da se.]
- Come dipende Q dalla densità della massa sospesa?
                
- Per avere un Q grande è preferibile avere
                    (a parità di densità) una sfera grande o piccola?
                
- Trovare l'espressione dell'energia totale del pendolo
                    in analogia alla molla e all'RCL e confrontare 
                    l'espressione dell'eneria potenziale con quella 
                    valutata `normalente' come mgh.
                
- Trovare inoltre la dipendenza dai parametri del tempo
                    necessario 
                    affinché l'ampiezza di oscillazione si riduca 
                    di 1/e di quella iniziale. 
                
- Infine, visto che stiamo considerando masse sospese 
                    non puntiformi calcolare la `lunghezza efficace' 
                    le
                    del pendolo, ovvero la lunghezza di un pendolo di
                    massa puntiforme che oscilla con lo stesso periodo
                    di un pendolo di lunghezza l (intesa 
                    come distanza
                    fra punto di oscillazione e centro della sfera) 
                    a cui è sospesa una sfera omogenea di 
                    raggio r. 
                
 
 
- Ancora sul trasferimento di potenza nei circuiti a corrente
            continua. 
        
- Potenza in regime sinusoidale: 
             
        
- Ulteriore script di R: 
            
            - Ellissi nel caso dell'RC: RC_ellissi.R.
            
- Provare a fare analogo script
                per RCL.
            
 
 
 
- Lezione 12 (1/6/11)
- (Si ricorda di consultare gli appunti dello scorso anno
     per ulteriori dettagli.)
    
    - Grandezze efficaci (e ancora su potenza in 
        regime sinusoidale);
    
- RCL parallelo. (Con discussione su generatori 
        di corrente a proposito di RCL parallelo 
        alimentato in corrente sinusoidale.)
    
- Un po' di nomeclatura: 
        fasori, 
        reattanza e
        ammettenza
        (con conduttanza e suscettanza). 
    
- Esperimentini dimostrativi su induzione:
        
        - Legge di Lenz con tubi in alluminio e geomag
            [per un'interessante trattazione didattica
             vedi qui (copia locale)].
        
- Torcia elettrica a induzione. Componenti 
            (si potrebbe fare un intero corso su questo oggetto):
             
             - magnete permanente;
             
- Bobina;
             
- circuito raddrizzatore;
             
- batteria ricaricabile;
             
- interruttore;
             
- led ad alto flusso luminoso. 
             
 
 
- Cenni al principio di funzionamento dei trasformatori
        di tensione e alla loro importanza pratica.
    
- Ancora su RC con ripasso sul loro ruolo
        di passa basso e passa basso (e visione `antropomorfa'
        del comportamente del condensatore in funzione della frequenza...).
    
- RC e CR come circuiti integratori e derivatori
        (si raccomanda di provare a risolvere gli esercizi
         in fondo alla lezione 12 dello scorso anno)         
    
 La prossima lezione portare 
     dispensa della linea di trasmissione
 
 
- Lezione 13 (8/6/11)
- 
    
    - Introduzione modellistica al diodo e sue semplici
        applicazioni.
    
- Introduzione alla linea di trasmissione:
        
        - discussa a lezione dispensa fino formula (42) di pag. 11;
        
- per esercizio provare
            ad anticiparsi fino a tutto il paragrafo 4.1.1 (pag. 14).
        
 
- Risposta a domanda comune a proposito dell'ultima 
        esperienza, ovvero se tornare in laboratorio per completare
        i vari punti o prendere qualche misura mancante.
        
        - Ricordarsi che le esperienze servono a familiarizarsi 
            con gli strumenti, capire meglio la fenomenologia
            e anche ad organizarsi con il lavoro di laboratorio
            riportare in modo `utile' le misure e i risultati 
            di elaborazioni successive. Quindi, non esistono 
            imperativi categorici su cosa bisogna o non bisogna fare.
            Provare invece a rispondere onestamente ai seguenti 
            punti: 
            
            - Ho capito
                la fenomenologia dell'RCL impulsato e sinusoidale,
                ovvero ampiezze e sfasamenti sui vari elementi?
                (In caso di dubbio, può essere più istruttivo 
                 fare dei grafici con R per capire le cose piuttosto
                 che prendere misure alla cieca)
            
- Riesco a capire  (almeno grosso modo e a parte  
                `misterioso effetti strumentali' che quest'anno
                sembrano particolarmente strani) 
                 perché le grandezze osservate 
                hanno quei valori e quegli andamenti?
            
- Saprei in grado, in sede di prova pratica, 
                di effettuare le varie misure richieste?
                In particolare, riuscirei a misurare funzioni 
                di trasferimento (in particolare la fase) quando 
                per qualche motivo il confronto con 
                l'uscita del generatore quando il circuito 
                è connesso subisce importanti effetti di partizione
                (complessa)?
            
 
 
- Messaggio da parte dei tecnici di laboratorio
        per favore, la prossima volta riportare i componenti. 
    
 
 
- Lezione 14 (14/6/11)
- 
    
    - Habemus libellum novum: copisteria Grafitecnica, 
        Via degli Irpini 6 (174 pagine a 4 c€/p + 
        eventuale rilegatura),
    
- Esercizio di riscaldamento su RL sinusoidale e
        richiamo sull'importanza di saper valutare gli
        andamenti limite `al volo'.
    
- Linea di trasmissione: completamento teoria
        + indicazioni sulla prova pratica.
    
 
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