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Effetto degli errori sistematici
La storia in principio non è ancora finita.
Cosa abbiamo dimenticato? In questi casi bisogna ripassarsi
rapidamente i primi 9 punti del ``decalogo'' del paragrafo
4 (il punto 10 è l'unico di cui abbiamo
tenuto conto, al meglio di quello che si poteva fare).
Consideriamo soltanto l'effetto di errori di calibrazione
dello strumento. Vediamo quali sono i possibili contributi
all'incertezza. Per comodità ci riferiamo alla figura
9.
- Errori sistematici dipendenti dal valore della grandezza
-
Si tratta del caso d) di figura 9.
Di questo si è già tenuto conto, implicitamente, quando
è stata valutata
dai residui. Infatti ogni piccola
incertezza di taratura nell'intervallo
di scala utilizzato influenza
,
così pure ogni piccola differenza fra le masse dei diversi dischi.
- Errore di zero
-
- L'errore di zero, sia esso sulle ascisse che sulle ordinate,
non ha nessuna influenza sul coefficiente angolare,
in quanto esso è valutato come rapporto di diferenze:
- Un errore di zero sulle ordinate (
)
si riflette direttamente
sul valore dell'intercetta, in quanto tutti
i punti potrebbero essere traslati coerentemente verso l'alto o verso
il basso. Quindi il contributo a
è
- Un errore di zero sulle ascisse (
) causerebbe
una traslazione orizzontale di
tutti i punti. Quindi esso si riflette sull'intercetta
attraverso la pendenza della retta. Ne segue che
il contributo a
è (trascurando l'effetto di
ordine superiore dovuto all'incertezza sulla pendenza stessa):
Se entrambi i contributi sono presenti, essi vanno considerati
in quadratura.
- Errore di scala
-
Per capire il comportamento degli errori di scala, sia sulle
ascisse che sulle ordinate, consideriamo due punti
sulla retta
e
, in corrispondenza
del primo e dell'ultimo punto sperimentale.
Da questi punti è possibile ricavarsi
e
:
Consideriamo ora i fattori di scala
e
che, come
al solito, riteniamo essere
e inseriamoli esplicitamente nelle espressioni di
e di
:
Ne concludiamo
quindi che
- Il coefficiente angolare risente allo stesso modo
dei due fattori di scala:
- L'errore di scala sulle ascisse è ininfluente
sull'intercetta, mentre quello sulle ordinate
vi si riflette proporzionalmente:
Come al solito, i vari contributi si combinano quadraticamente.
- Deviazione dalla linearità
-
Eventuali deviazioni dalla linearità degli
strumenti si riflettono su una deviazione dalla linearità
dell'andamento. Non è possibile dare delle regolette
ad hoc. Qualora si notino tali effetti nei punti sperimentali,
bisogna cercare di capire se l'effetto è da attribuire
a uno dei due strumenti (o a entrambi), oppure è la legge
fisica ad essere inadeguata,
o si tratta soltanto di una fluttuazione.
Si cerca quindi di
sostituire o ricalibrare
gli strumenti, di apportare correzioni
fenomenologicamente giustificate ai dati sperimentali,
oppure si utilizza semplicemente la zona nella quale
ci sono dei buoni motivi per presupporre che l'andamento sia
quello ipotizzato. Un caso macroscopico è quello
del grafico dell'allungamento in funzione della massa
di figura 10: la molla
non si allunga affatto al di sotto di una massa critica
(
g) e quindi i primi tre punti non
vanno considerati nell'analisi.
La valutazione di effetti sistematici rimane invariata
se i parametri della retta sono valutati con i minimi
quadrati anziché con l'analisi grafica.
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Giulio D'Agostini
2001-04-02