next up previous contents
Next: Riassumendo Up: Appendice critica Previous: Rette di massima e   Indice

Critica degli ``errori statistici''

L'altra regola di propagazione di incertezze generalmente nota (ma, al dire il vero, non troppo fra gli insegnanti di scuola media) è quella cosiddetta degli ``errori statistici'', che riportiamo per comodità:

$\displaystyle \sigma^2(y) = \left(\frac{\partial y}{\partial x_1}\right)^2\sigma^2(x_1) + \left(\frac{\partial y}{\partial x_2}\right)^2\sigma^2(x_2) + \ldots$ (A.9)

Essa è decisamente meglio di quella precedente, se non altro in quanto si sostituiscono probabilità a incertezze. Ma all'atto pratico anche questa formula presenta i suoi problemi. La conseguenza di questi problemi tecnici (usualmente quello di principio sull'interpretazione della probabilità non viene nemmeno preso in considerazione) è che in genere gli studenti imparano delle formule che poi non utilizzeranno e seguitano a lavorare con gli errori massimi. Qualcuno prova a trasformare ``errori massimi'' in ``errori statistici'', considerando $ \Delta x = 3\sigma(x)$ e, nella direzione opposta, $ \sigma(x) = \Delta x/\sqrt{6}$ (assumendo una distribuzione uniforme del valore vero di $ x$ entro $ 2\,\Delta x$). La seconda trasformazione è ragionevolissima se veramente si crede che $ x$ possa assumere qualsiasi valore entro , sebbene questo credere sia in contrasto con le interpretazioni usuali di probabilità. La trasformazione inversa ( ), con l'uso successiva delle propagazioni lineari è invece assurdo in quanto in contrasto con le proprie credenze (gli errori massimi assumono, tacitamente, indifferenza entro $ \pm\Delta$).
next up previous contents
Next: Riassumendo Up: Appendice critica Previous: Rette di massima e   Indice
Giulio D'Agostini 2001-04-02