Supponiamo di lanciare un dado e di essere interessati
all'uscita di un certo valore, per esempio il ``4''. Definiamo
successo ogni esito del lancio in cui si verifica il numero ``4''.
Pensiamo di dover eseguire
un certo numero di lanci ed esaminiamo la variabile
``numero di successi'' (
). Vediamo quanto vale
la probabilità
della variabile casuale
all'aumentare del numero dei lanci
(
sta per successo e
sta per insuccesso):
da cui
e
. È immediato provare
che
.
Notiamo l'analogia con lo sviluppo del binomio di Newton.
Infatti chiamando
la probabilità di un successo nel singolo lancio (
nel nostro esempio) e
la probabilità di un insuccesso, le
corrispondono ai termini dello sviluppo di
.
Questo è dovuto al fatto che
l'evento
successi e
insuccessi si può presentare in
tanti modi diversi, ed esattamente
quante sono le possibilità di costituire, partendo da
elementi,
dei gruppetti
di
elementi ciacuno, indipendentemente dall'ordine con cui gli
elementi sono scelti. In termini matematici esse sono le
combinazioni di
elementi
presi ``
a
''.
La probabilità di ciascuno dei modi è pari
a
.
Quindi, in generale, possiamo scrivere questa distribuzione di
probabilità, chiamata binomiale, come:
Resta da calcolar quanto vale il coefficiente binomiale
Permutazioni: il numero totale dei
possibili modi
di disporre (``ordinare'',``mettere in fila'')
oggetti si calcola considerando che
ci sono
possibilità per
il primo,
per il secondo,
per il terzo e così via.
Cioè il numero di permutazioni di
oggetti è
pari a
.
Combinazioni: supponiamo ora di dover scegliere un
elementi da un insieme che ne contiene un numero
senza curarsi dell'ordine con cui essi sono scelti. Ad esempio
in una classe di 25 persone si vogliono formare delle squadre di pallavolo
da 6 persone. Quante squadre diverse si possono fare? Abbiamo 25 modi per
scegliere la prima persona, 24 per la seconda e così via, cioè
. Così facendo
abbiamo contato
volte ( ovvero il numero
di permutazioni di 6 elementi)
ogni squadra composta dagli stessi
giocatori ma estratti in modi diversi.
Quindi, in generale, bisogna divedere l'espressione precedentemente
trovata per
, ottenendo