Next: Grafici lineari: stima grafica
Up: Analisi grafiche
Previous: Studio di andamenti funzionali
  Indice
Innanzitutto è importante convincersi che i grafici
vanno fatti tempestivamente poiché essi offrono
un quadro d'insieme superiore a quello delle tabelle.
Da un andamento ``sbagliato'', non percettibile
esaminando i numeri, si può decidere che le misure
sono fatte in modo errato e si può reagire
in tempo ripetendo parzialmente o completamente le
misure.
Come detto a proposito del logbook, è
altresì importante che
un grafico sia ben leggibile anche a distanza di tempo.
La ricostruzione dell'esatto valore numerico a partire
da un punto graficato può essere non interessante e
all'occorrenza si deve ricorrere alle informazioni
contenute nelle tabelle.
Deve essere invece ottenibile con rapidità
una stima che sia una buona approssimazione del valore
esatto.
Da queste regole
generali segue che
- I grafici vanno disegnati su apposita carta millimetrata e,
in mancanza di questa, possibilmente su carta a quadretti.
- Su ciascun asse deve essere riportato il nome della grandezza
(o un simbolo per esso) e la sua unità di misura.
Quest'ultimo è generalmente posto fra parentesi. Ad esempio
Alcuni preferiscono separare il nome e l'unità di misura
dal simbolo ``/'', ad indicare che il valore numerico riportato
sul grafico è pari al valore della grandezza diviso l'unità
di misura, ad esempio
Anche se questo secondo modo è abbastanza diffuso ed accettato
bisogna fare un po' di attenzione quando le grandezze
o le unità di misura
sono indicate con simboli complicati. Ad esempio, già
non è gradevole.
- Eventualmente le potenze di
10 dei valori graficati possono essere riportate
insieme all'unità di misura.
Per esempio se tutti i valori di massa sono compresi fra 10000 e 50000
kg si può scrivere
e riportare i valori delle decine di migliaia
(valori compresi fra 1 e 5). È però preferibile
scegliere
 |
(6.1) |
e riportare le migliaia (valori compresi fra 10 e 50) in quanto
le potenze di 10 multiple di 3 (millesimi, migliaia, milioni, etc.)
sono generalmente meglio percepite
e memorizzate. Approfittiamo per ricordare nella tabella 6.1
i prefissi
che indicano le potenze di 10.
Tabella:
Simboli e prefissi delle potenze di dieci
più comunemente usate.
Multipli |
Sottomultipli |
|
simbolo |
nome |
|
simbolo |
nome |
 |
da |
deca- |
 |
d |
deci- |
 |
h |
etto- |
 |
c |
centi- |
 |
k |
chilo- |
 |
m |
milli- |
 |
M |
mega- |
 |
 |
micro- |
 |
G |
giga- |
 |
n |
nano- |
 |
T |
tera- |
 |
p |
pico- |
 |
P |
peta- |
 |
f |
femto- |
 |
E |
exa- |
 |
a |
atto- |
|
È da notare che a volte si incontra la potenza di 10 affianco
al simbolo della grandezza. Essa sta ad indicare che il valore è stato
moltiplicato per tale potenza.
Nel nostro caso si avrebbe
 |
(6.2) |
Bisogna prestare attenzione a riportare e rileggere
i valori in modo consistente con la notazione usata.
Un minimo di confusione fra le notazioni (6.1)
e (6.2)
causa uno sbaglio
di un fattore
!
- Sulla carta millimetrata gli assi
sono graduati con delle tacche. Soltanto
su alcune di esse, poste equidistanti e più marcate delle altre,
viene indicata la scala.
- Si ricorda che, affinché i valori sugli assi
siano definiti in modo univoco, occorre che ci siano almeno
due tacche esplicitamente numerate (fa eccezione la carta
logaritmica che incontreremo fra breve, per la quale
ne è sufficiente una).
- Non occorre che un asse comprenda necessariamente lo zero, anche se
a volte può essere comodo per apprezzare la variazione relativa
delle grandezze. In genere si preferisce segnare gli assi in modo
da avere la massima leggibilità sulla regione effettivamente
misurata, o su quella nella quale si sia interessati a fare
delle estrapolazioni.
Ne segue che non è corretto indicare un solo punto, ``assumendo'' che
l'asse cominci da zero.
- Se i dati sono concentrati in due gruppi molto lontani fra di loro
può essere conveniente spezzare l'asse con opportuni simboli.
-
Figura:
Quale scelta degli assi è la più conveniente?
 |
Al fine di agevolare sia la scrittura che la rilettura del valore
dei punti è opportuno
che l'intervallo fra le tacche sia (a meno di una potenza
di dieci) di 1, 2 e 5. Provare ad esempio a rileggere
il valore degli stessi sei punti riportati con diverse
scale in figura 6.1.
- I valori vanno riportati con dei puntini o altri simboli
(
,
,
,
,
etc. ). Nel caso
essi facciano riferimento a diverse serie o tipi di misure è
d'obbligo utilizzare simboli diversi
e riportare le
corrispondenze nell'apposita didascalia.
È preferibile invece
evitare l'uso di crocette (
) in quanto si
potrebbero confondere
con le barre di incertezza.
- Non vanno riportati sugli assi i valori sperimentali. Come
già detto, scopo del grafico non è quello
di riportare gli esatti valori numerici. Numerelli
scritti lungo gli assi (o vicino ai punti) generano solo disordine
e diminuiscono la percezione d'insieme del grafico.
- Se il valore numerico dell'incertezza è
noto6.1esso va riportato con una barra di incertezza.
Figura:
Dati dell'esperimento UA1 al protosincrotrone
SPS del CERN (Ginevra)
relativi all'evidenza sperimentale del bosone intermedio
.
 |
La figura 6.2, estratta da una delle prime pubblicazioni
della Collaborazione
UA1 al CERN di Ginevra sulla scoperta del bosone
(il capo della Collaborazione era Carlo Rubbia),
mostra come le regole
sopra elencate per disegnare i grafici siano sostanzialmente le stesse
seguite nella ricerca avanzata.
Next: Grafici lineari: stima grafica
Up: Analisi grafiche
Previous: Studio di andamenti funzionali
  Indice
Giulio D'Agostini
2001-04-02