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Il concetto di probabilità - basti per ora il significato
intuitivo che si attribuisce al termine - non
interviene soltanto nel considerare i possibili esiti di
un esperimento. Un aspetto ancora più importante
è quello che riguarda le conclusioni scientifiche che
seguono dalle osservazioni sperimentali, vale a dire quali ipotesi
sono supportate o escluse dai dati sperimentali.
Infatti, anche se comunemente si parla di ``certezze'' scientifiche,
gli addetti ai lavori sanno bene che di certezze
dimostrate con lo stesso rigore di un teorema di matematica
ce ne sono ben poche, anzi,
ad essere precisi, non ce n'è nessuna.
Figura:
Dalle osservazioni alle ipotesi. La relazione
fra valore delle grandezza e teoria sta ad indicare che in genere
le grandezze hanno significato soltanto all'interno di una teoria o
un modello.
 |
Cerchiamo di capire quali sono le ragioni di incertezza
nella scienza. La figura 1.1
schematizza
l'attività del fisico o degli altri ricercatori.
Dai dati sperimentali si cerca di determinare il valore
di una certa grandezza o di stabilire quale teoria descriva meglio
i fenomeni osservati.
In realtà entrambi i processi
possono essere visti come due aspetti dello stesso problema:
come passare dalle osservazioni alle ipotesi. Infatti
i due problemi possono essere riformulati nei seguenti modi:
- A
- quali valori sono (più)
compatibili con la definizione della grandezza oggetto
della misura, avendo letto certi numeri sugli strumenti
(e subordinatamente a tutte le conoscenze sugli strumenti
e della grandezza in questione)?
- B
- quale teoria è (più) compatibile con i fenomeni osservati
(e subordinatamente alla credibilità della teoria
basata su argomenti formali, estetici e di
semplicità1.2)?
La sola differenza fra i due processi di apprendimento
è che, mentre nel secondo caso si ha a che fare
generalmente con un piccolo numero
di ipotesi, nel primo caso il numero di ipotesi è virtualmente
infinito (le grandezze assumono i valori numerici con continuità,
almeno in linea di principio).
Il motivo per cui non si arriva mai alle
condizioni ideali di certezza, ovvero
tali che soltanto una delle
tante (o infinite) ipotesi sia da ritenersi vera e tutte le altre
false, può essere compreso analizzando lo schema che segue.
- A:
- Per quanto riguarda la determinazione del valore di una grandezza
si dice comunemente che l'incertezza sia
dovuta ad inevitabili errori di
misura (fluttuazioni della risposta dovute a `rumore',
imperfetta
calibrazione degli strumenti,
effetti ambientali non perfettamente controllati, etc.);
- B:
- Quando si tratta di una teoria possiamo distinguere
due casi:
- (B
)
- La legge è probabilistica, ovvero ``le osservazioni
non sono una mera conseguenza logica della teoria''. Un classico
esempio è quello della genetica. Un esempio più semplice
è quello del lancio di una moneta. Anticipando un risultato del
calcolo delle probabilità - peraltro molto noto - si ha che,
se la moneta è regolare,
le due sequenze di testa (T) e croce (C)
T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T |
(1.1) |
T T C C C C C T T T T C T T C C T T T C T C T T C |
(1.2) |
sono ritenute ugualmente probabili. Quindi sarà impossibile
arrivare a conclusioni certe sulla regolarità di una moneta ignota
pur avendo osservato una sequenza di lunghezza
arbitraria1.3;
- (B
)
- La legge è deterministica. Questa classificazione
è valida
solo in principio. Infatti, in tutti i casi, ``le osservazioni dipendono
anche da molti altri fattori esterni alla teoria'',
siano essi condizioni
iniziali e ambientali, errori sperimentali, e così
via. Tutte le incertezze su questi fattori rendono la relazione
teoria-osservazione anche in questo caso di tipo probabilistico.
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Giulio D'Agostini
2001-04-02