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Siamo interessati a capire fino a che punto possiamo andare avanti con questo procedimento. È facile convincersi che non potremo mai giungere a determinare la lunghezza di interesse come il numero reale ``elemento di separazione fra due classi contigue''.
A mano a mano che tentiamo di determinare meglio la quantità di interesse incontriamo nuovi problemi: inizialmente sarà la rugosità delle superfici; poi l'effetto della dilatazione termica; poi ancora la lunghezza d'onda finita della luce con cui si illumina l'oggetto; si arriva alla fine - anche assumendo di poter utilizzare un ``microscopio ideale'' per il confronto - a problemi legati alla natura non continua della materia: dove finisce il foglio e dove comincia il non-foglio? Ma prima ancora di arrivare a questi limiti concettuali sorge il dubbio se veramente il nostro strumento di misura sia ``lungo un metro'', ovvero si dovrà affrontare il problema della riproducibilità e costanza del campione di misura. Non è difficile convincersi che il meglio a cui si potrà giungere è affermare che la lunghezza di interesse è compresa fra due valori
Concludiamo questa discussione sull'incertezza di misura,
mostrando in tabella 1.3
come si sia evoluta nel tempo la conoscenza
della velocità della luce nel vuoto
da Galileo ai nostri giorni.
Si può notare la diminuzione nel corso degli anni
dell'errore, inteso come la differenza fra il risultato della misura
e quello ``vero''. Esso è indicato con nella tabella.
(Si ricorda che attualmente il valore della velocità della luce è
assunto essere esatto, in quanto esso
può essere riprodotto meglio di quanto non sia possibile
riprodurre il metro. Quindi è la distanza ad essere grandezza
derivata da velocità e tempo.)
Si nota nella tabella che, partire dalla metà del
diciannovesimo secolo,1.4
le misure di velocità della luce
sono accompagnate da una stima quantitativa
dell'incertezza (indicata con
nella tabella 1.3
e non meglio definita per il momento se non qualitativamente come
``intervallo entro cui si crede ragionevolmente si trovi il valore
della grandezza'').
Il rapporto
, ovvero dell'errore di misura in unità di incertezza
stimata, fornisce un'idea della bontà di stima dell'incertezza
stessa. La tabella mostra come il valore attuale della velocità della luce
differisce al più di qualche unità di
dai valori misurati.