Dettaglio degli argomenti trattati a lezione
- Lezione 1 (16/3/11)
-
- Introduzione al corso.
- Le cinque fantasie fatali (da evitare!).
- Qualche ripasso consigliato:
- Logbook
(versione pdf: Le basi del metodo sperimentale:
vedi qui).
- Cifre significative
(con esercizi).
- Carte logaritmiche
(in particolare carta semilog).
Esercizio proposto:
- simulare un andamenti del tipo x(t)=x0e-t/τ
e x(t)=x0(1-e-t/τ),
tabularne i valori (circa 20 punti da 0 a 6τ), riportare
su carta semilog e ricavarsi il valore di τ.
- Richiami di forze gravitazionali e analogie con forze elettriche:
forza, campo, energia potenziale, potenziale, lavoro. Lettura di grafici
di potenziale e di energia potenziale;
- Esempio dell'impianto di risalita come analogo di un circuito con
forza elettromotrice ('il motore') e resistenza ('attrito'):
- lavoro compiuto dal campo gravitazionale e dal motore;
- potenza necessaria per mantenere un 'flusso di massa':
P = (dm/dt) × (hg) = ΦM × VG
- Peculiarità delle forze elettriche:
- cariche di segno opposto;
- generatori di tensione: mantengono una differenza di potenziale costante
fra i loro capi;
- conduttori e superfici equipotenziali: permettono
di 'trasportare' le differenze di potenziale;
- scorrimento di cariche -> corrente elettrica;
- strumenti per misurare differenze di potenziale (voltmetri).
- Circuito elementare:
- Legge di Ohm (attenti al segno): IA->B = (VA - VB) / R.
- Unità di misura di Q, I, V e R.
- Bilancio energetico:
- Potenza erogata dalla forza elettromotrice:
IΔV → I×f;
- Potenza dissipata da un resistore IΔV
→ “effetto Joule”.
- Resistenza di un conduttore cilindrico: proporzionale a lunghezza
e inversamente proporzionale alla sezione; coefficiente di
proporzionalità dipende dal materiale (resistività):
→ da cui segue che resistenze in serie si sommano!
- Esercizi:
- Batteria (f = 12V) con stufetta (“resistore”
di resistenza R) che dissipa 1000W nel caso di
cavi ideali:
- valutare R e la corrente erogata dalla batteria;
- tener conto della resistenza dei cavi, assumendo
che ciascuno sia lungo 2m e abbia un diametro di 2mm
e che la resistività del rame sia di
2×10-8 Ωm; in particolare, calcolare
- corrente e potenza erogata dalla batteria
(prima di fare i conti, provare a rispondere:
la potenza sarà maggiore o minore di quella precedente?);
- potenza dissipata dai cavi e dalla stufetta;
- tensione ai capi (di R) della stufetta.
- Sull'etichetta di una batteria per auto si leggono le
seguenti caratteristiche: 12V, 450A e 60Ah.
Che informazioni ci danno? In particolare, assumendo di farla
lavorare in un modo efficiente (trascurando energia dissipata
internamente e altre perdite di energia):
quanta acqua ci si potrebbe scaldare da 20 a 30 gradi,
scaricando completamente la batteria?
(Per ulteriori dettagli ed esercizi, vedi testo preferito).
- Lezione 2 (23/3/11)
-
- Soluzioni esercizi su batterie.
- Ancora su legge di Ohm e applicazioni.
- Circuito elettrico, maglie e nodi.
- Esempio di circuito con generatore (f=12V)
con in serie R1 (10Ω)
e parallelo di R2 e R3
(50 e 15 Ω rispettivamente).
Nota:
- resistenze in serie: in ciascuna di esse circola la stessa corrente;
- resistenze in parallelo: ai capi dei esse c'è la stessa
differenza di potenziale.
- Regole generali (leggi/principi di
Kirchhoff) per 'risolvere' i circuiti:
- Ad ogni nodo: Σi Ii = 0,
con versi positivi per correnti entranti
(e analogia idraulica);
- Per ogni maglia:
Σi ΔVi = 0
(e analogia gravitazionale).
- Applicazione al circuito di esempio.
- Regoletta pratica per la legge delle maglie (ma è
preferibile ricordare quella generale):
Σi fi =
Σk RkIk,
con
fi e Ik
positive se sono nel" verso
di percorrenza" della maglia (ovvero quello con cui
si fa l'"inventario delle differenze di potenziale",
che non ha niente a che vedere con i versi delle correnti!).
- Applicazione a circuito con due generatori (2.1 e 1.9 V)
e tre resistori (45,10, e 10 Ω), vedere/chiedere appunti,
da qui in poi indicato come
esempio guida ('master example).
- Bilancio energetico di circuito elementare costituito da generatore
e resistenza (ed analogia gravitazionale/idraulica):
- lavoro compiuto
dal campo elettrico e e dalla forza elettromotrice;
- potenza necessaria per mantenere il circuito in funzione;
- potenza fornita dalla forza elettromotrice e potenza dissipata
dalla resistenza: Effetto Joule: P = I ΔV.
- Essendo questa relazione valida ai capi di ogni resistore,
dalla legge di Ohm otteniamo
P = I ΔV = ΔV2/R = R I2.
- Partitore di tensione e partitore di corrente:
- Resistori in serie di cui si conosce la tensione
ΔVs ai loro capi:
- ΔVi =
ΔVs Vi/(Σi Ri),
proporzionale a Ri: cadute di tensione proporzionale
ai valori delle resistenza:
- resistenza equivalente della serie:
Rs = Σi Ri
(si sommano, quindi Rs > Ri);
- giustificazione dei fili di collegamento come, approssimativamente,
equipotenziali.
- Resistori in parallelo di cui si conosce la corrente totale
che fluisce attraverso di essi (I0 = Ip):
- I = I0 (Rp/Ri),
inversamente proporzionale a resistenza i-ma
(dimostrazione lasciata come semplice
esercizio);
- resistenza equivalente del parallelo:
Rp-1 =
Σi Ri-1
(si sommano i reciproci,
quindi Rp < Ri).
- Esercizi per casa:
- Risolvere esercizio con un generatore e tre
resistenze (serie+parallelo, vedi sopra),
sia risolvendo le equazioni generali che
`riducendo' il circuito.
- Risolvere l'esempio guida e, più in particolare:
- calcolare le correnti Ii, I2
e I3 che scorrono nei resistori;
- cosa succede se si pongono a zero, alternativamente,
le tensioni a capi dei due generatori? Valutare le nuove correnti
e confrontare con quelle prodotta dai due generatori entrambi 'accesi';
- calcolare la potenza erogata da ciascun generatore e la potenza
dissipata da ciascuna resistenza;
- Ponendo a zero (convenzionalmente) la tensione del nodo fra
le tre resistenze (VC = 0, secondo lo schema
disegnato a lezione), valutare il potenziale negli altri punti
del circuito;
- immaginiamo di bypassare R2 mediante
un filo perfettamente conduttore: quanto vale la corrente
che passera' in esso? (È conveniente risolvere il circuito
considerando la corrente prodotta individualmente da ciascun generatore
ed usare equivalenti serie/parallelo).
[Anche se il senso di quest'esercizio può sfuggire,
la soluzione sarà di un certo interesse nel seguito.]
- Lezione 3 (30/3/11)
- Esercizio di riscaldamento sui partitori di tensione.
- Soluzioni numeriche dei problemi delle scorse lezioni:
- Stufetta:
- nel caso di cavi ideali circola una corrente
di 83.3A e la resistenza vale R = 0.144Ω;
- i cavi reali hanno una resistenza di 0.011Ω ciascuno,
quindi la tensione sulla resistenza della stufetta sarà
10.4V (partitore), la corrente 72.4A, potenza della stufetta
753W e potenza dissipata dai cavi 114W (si scaldano!);
- importanza del dimensionamento dei cavi per:
- evitare surriscaldamenti;
- evitare cadute di tensioni (alcuni dispositivi
possono funzionare "di meno",
altri non funzionano affatto se la tensione è
minore di una certa soglia): caso dei cavi per
far partire auto con batteria scarica.
- Circuito con generatore da 12V e tre resistori:
- si suppone che sia stato risolto anche usando le leggi
di maglie e nodi;
- Soluzione mediante riduzione a circuiti equivalenti:
R2,3 = 11.54Ω,
Rt = 21.54Ω,
IG = I1 = 557mA,
V1 = 5.57V, V2,3 = 6.43V,
I2 = 129mA,I3 = 429mA,
PG = 6.69W, P1 = 3.10W,
P2,3 = 3.58W, P2 = 0.83W,
P3 = 2.76W.
- Circuito con due generatori e tre resistori
(“master example”):
- correnti (con i versi usati a lezione):
correnti |
|
f2=0 |
f1=0 |
I1 (mA) |
40 |
21 |
19 |
I2 (mA) |
-30 |
-115.5 |
85.5 |
I3 (mA) |
10 |
-94.5 |
104.5 |
→ “principio di sovrapposizione”.
- → completare
(si dà ancora tempo
per rispondere alle altre domande).
- Misure di tensione, corrente (strumento in serie!) e
resistenza (att. ad altre resistenze in parallelo o ad eventuali
generatori!).
- Principio di funzionamento e uso del multimetro analogico ICE:
- Misure di tensione, corrente (strumento in serie!) e
resistenza (att. ad altre resistenze in parallelo o ad eventuali
generatori!).
- Perturbazioni introdotte dagli strumenti. Voltmetro ideale
(RV → ∞)
e amperometro ideale (rA → 0).
Esercizi
per valutare l'entità delle perturbazioni:
- Si immagini un generatore di f.e.m. f
con in serie due resistenze
R0
e R: valutare le tensione su R e
confrontarla con la tensione misurata da un voltmetro
di resistenza interna RV.
→ Si esprima il rapporto fra tensione misurata
e tensione ideale in funzione del rapporto fra
Rp, parallelo fra R e
R0, e RV.
- Si immagini un generatore di f.e.m. f
con in serie la resistenza R: si valuti la corrente
che fluisce in R e la si confronti con quella
misurata da un amperometro di resistenza interna
rA.
→ Si esprima il rapporto fra corrente misurata
e corrente ideale in funzione del rapporto
fra rA e R.
- Condensatore:
Introduzione 'modellistica' al condensatore tramite la sua
proprietà fondamentale: ΔVC = Q/C
e analogia con capacità termica.
- Analisi del circuito con generatore, resistenza e condensatore
posti in serie:
- idea di base del modello:
- il condensatore si comporta
come un generatore di tensione variabile, il cui valore
da quanta carica è immagazzinata ad un certo istante;
- quindi basta applicare la regola generale che
ΣiΔVi = 0,
ovvero, nel caso elementare,
f -IR -VC=0, etc. etc.
- corrente che fluisce nel circuito e variazione
di carica sulle armature del condensatore:
I = dq/dt → dQ/dt;
- I = (f - VC)/R
→ dQ/dt = (f - VC)/R
→ C dVC/dt = (f - VC)/R.
- diventa, in forma canonica:
dVC/dt = - 1/τ (VC - f),
con τ = RC.
- Carica/scarica del condensatore e analogia con
1) variazione di velocità oggetto che cade
soggetto a forza totale mg - βv;
2) processo di termalizzazione (+decadimenti nucleri,
crescite/decrescite di popolazioni e altro).
- Esercizi:
- risolvere l'equazione differenziale appena incontrata
con le seguenti condizioni al contorno:
- VC (t=0) = 0 e f ≠ 0 (carica);
- VC (t=0) ≠ 0 e f = 0 (scarica).
- Tabulare i valori VC (t)
in carica/scarica per
R = 30MΩ e
C = 2.2μF, riportarli su carta semilog
(distribuita a lezione) e ricostrire τ.
- Valutare la corrente I(t) che circola nel circuito
per i generici valori R e C
(banalmente da =dQ/dt) e la tensione
ai capi di R (legge di Ohm) in carica e scarica,
cercando di farsi una ragione dei segni di
I(t) e VR(t).
- Nota I(t) valutare la potenza
PG(t) erogata dal generatore
e quella [PR(t)]
dissipata dalla resistenza.
- Da PG(t) e PR(t)
ricavarsi l'energia totale fornita dal generatore,
quella dissipata dalla resistenza per effetto Joule e,
per differenza, quella immagazzinata nel condensatore.
- Infine, mostrare come durante la scarica l'energia
del condensatore ricompare come energia termica per
effetto Joule sulla resistenza.
- Teorema di Thevenin:
- dimostrazione, basata sul principio di sovrapposizioone
(vedi appunti);
- uso su circuito teorico e su scatola nera empirica;
- applicazione al “master example”.
- Esercizi:
- Completare esercizi in sospeso (in particolare
considerazione energetiche su carica/scarica
del condensatore).
- Verifica del teorema di Thevenin sul 'master example',
'thevenizzato' fra i punti B e C (ovvero in parallelo a
R2), in particolare confrontare
la corrente di corto circuito mediante dall'equivalente
di Thevenin con quella valutata direttamente.
- Si immagini di collegare, in parallelo a R2(t)
la resistenza R4 = 5Ω: →
calcolare I4 e nuova differenza di potenziale
ai capi di R2(t).
- Si immagini di aggiungere ancora, in parallelo
a R4 un condensatore di capacità
10nF: → valutare VC(t)
- LABORATORIO:
- presentarsi tutti martedì 5, ore 14:30 presso i
laboratori di Via Tiburtina, coscienti che
qualcuno potrebbe essere assegnato alla classe del mercoledì
(con priorità a volontari);
- procurarsi quaderno di laboratorio,
(1 per coppia; chi è in dubbio sulla coppia si porti un
quaderno proprio).
- Appunti sull'esercitazione
(non è una `scheda'!):
file pdf
(non verranno distribuiti in laboratorio!).
Si consiglia fortemente di fare mente locale su cosa si andrà
a fare, cercando di chiarirsi eventuali punti deboli
sulla teoria che riguarda l'esercitazione
(lavorare sugli esercizi proposti in questa lezione
può essere molto utile).
- Si raccomanda inoltre di riguardarsi uso del
logbook,
cifre,
tabelle,
grafici e
analisi grafiche (in particolare
uso della carta logaritmica).
- Lezione 4 (6/4/11)
-
- Soluzione mediante matrici dei circuiti in corrente continue:
- applicazione al master example;
- esercizio: ricavarsi
la matrice che applicata al `vettore'
{f1, f2} dà il
'vettore soluzione
({I1, I2, I3}).
- principio di sovrapposizione e circuiti lineari;
- Ancora sul teorema di Thevenin.
- Esercizio: si ha una scatola nera e viene misurata la tensione fra i punti A e
B (ovvero VA-VB) e la corrente
di corto circuito; esse valgono 5V e 100mA. Si ha anche una seconda
scatola nera, per la quale si misurano VA'-VB' = 3V
e una corrente di corto circuito di 300mA. Successivamente le due scatole
nere vengono collegate fra di loro, A con A' e
B con B'. Valutare la tensione che si misurerà fra i punti
A e B.
- Generatori di corrente ed equivalente di Norton: generatore di corrente
I0, con resistenza in parallelo Req;
- Relazione fra i parametri degli equivalenti di Thevenin e di Norton:
- Req(N) = Req(T);
- I0(N) = Veq(T) / Req
- Soluzione di circuiti contenenti generatori sia di tensione
che di corrente:
- uso del principio di sovrapposizione;
- riduzione (quando è possibile) a equivalenti di Thevenin.
- Esercizi: (i primi due volti in aula)
- mostrare come ai capi dell'equivalente di Norton
la tensione a circuito aperto vale Veq(T),
mentre la corrente di corto circuito vale I0(N);
- si immagini di applicare agli equivalenti di Thevenin e di Norton
dello stesso circuito una resistenza 'di carico' R:
mostrare che la corrente che attraversa R è la stessa
per entrambi gli equivalenti;
- Applicare teorema di Thevenin e teorema di Norton
al master example.
- Uso del teorema di Thevenin per schematizzare un generatore
reale di tensione:
- resistenza interna del generatore;
- Esercizi::
- Si consideri un generatore di tensione (V0)
con resistenza interna R0,
a cui è connessa una resistenza R:
- si calcoli la potenza totale in funzione del rapporto
delle due resistenze;
- si calcoli la potenza erogata dal generatore verso l'esterno,
ossia quella dissipata dalla resistenza “esterna”
e, in particolare, per quale valore di
R/R0 essa è massima;
- si calcoli l'efficienza η, definita come
il rapporto fra l'energia (o potenza) erogata verso l'esterno
e quella totale fornita dal generatore,
in funzione di R/R0.
- Uso del teorema di Thevenin per modellizzare le perturbazioni
introdotte da voltmetro e amperometro.
- Perturbazione introdotta dal voltmetro: caso di
misura di tensione ai capi di un generatore
(V0) piu' una resistenza (R0):
- → partitore: V = V0
RV/(R0 + RV)
= V0 × 1/(1 + R0/RV).
- Perturbazione introdotta dall'amperometro:
- I = V0 /
(R0 + rA)
= I0 × 1/(1 + rA/R0),
ove I0 rappresenta il valore
(ideale) imperturbato, ovvero I0 =
V0/R0 .
- Condensatori in parallelo e in serie
- regole duali a quelle delle resistenze
(vedi corso di Elettromagnetismo);
- Problemino dei due condensatori prima
caricati e poi collegati in paralello (+ con + e - con -).
- Problemino del generatore di tensione con resistenza, ma senza
chiudere il circuito: perché il potenziale all'estremo 'volante'
della resistenza è uguale a quello all'estremo collegato
al generatore? (Risolto in aula, con varianti interpretative).
- Soluzione dell'equazione differenziale che descrive carica
e carica di un condensatore:
- carica:
VC(t) = f (1 - e-t/τ),
da cui I(t) = dQ(t)/dt = C dVC(t)/dt
= f/R e-t/τ e
VR(t) = R I(t) = f e-t/τ;
- scarica:
VC(t) = f e-t/τ,
da cui I(t) = -f/R e-t/τ
e VR(t) = - f e-t/τ.
- Note sul significato dei segni e sulla somma, istante
per istante, di VC(t) e
VR(t).
- Note sulla linearizazione di tali andamenti mediante
grafici su carta semilog.
- Considerazioni energetiche nella carica e scarica del
condensatore (essenzialmente soluzione di problemi
proposti la scorsa lezione):
- Bilancio energetico nella carica/scarica del condensatore:
- carica (ove Q è la carica finale):
- energia fornita dal generatore (o dal suo equivalente
di Thevenin nel caso di 'complicazioni'): fQ = f(Cf) = Cf2;
- energia dissipata per effetto Joule dalla resistenza:
PJ(t) = RI2(t), con I(t) = f/R e-t/τ.
Ne segue
EJ = ∫0∞PJ(t)dt = 1/2 C f2.
→ Che fine ha fatto l'energia residua? → EC = 1/2 C f2.
- Se EC = 1/2 C f2 è un'energia deve 'rispuntare'.
- scarica: PJ(t) = RI2(t), con I(t) = -f/R e-t/τ:
→ quindi la resistenza dissipa esattamente la stessa energia nei processi di carica e di
carica e di scarica, ogni volta pari a quella immagazzinata dal condensatore.
- Lezione 5 (13/4/11)
-
- Quattro resistenze “a ponte” (di Wheatstone):
condizione fra le resistenze affinché sia `equilibrato'
(stesso potenziale fra i punti `centrali' A e B):
soluzione mediante “partitori affiancati”:
- affinché sia “bilanciato&rdquo la partizione
da una parte deve essere uguale a quella dall'altra
parte, ovvero il rapporto delle resistenze a sinistra
deve essere uguale al rapporto di quelle a destra;
- uso del ponte per misure di resistenza mediante due
resistenze perfettamente note e un potenziometro di
precisione.
- Commenti sulla prima esercitazione di laboratorio:
- alcuni gruppi hanno bisogno di rivedersi
le raccomandazioni sul logbook, l'uso delle
cifre significative della carta millimetrata
(soprattutto semilog).
- commenti sulle esperienze:
- calibro e importanza di leggere al meglio
gli strumenti analogici.
- Collanina cortocircuitata agli estremi: semplice applicazione
di resistenze in serie e in parallelo.
- Partitore di tensione con diversi strumenti e diversi fondi scala:
- se con il voltmetro di resistenza interna RV
si esegue una misura di tensione ai capi di n R, non si misurerà
f ×n/N (partitore fra nR e (N-n)R,
bensì il partitore fra Rp e (N-n)R,
ove Rp sta per il parallelo fra (N-n)R e RV.
- Carica e scarica del condensatore:
- il condensatore non si carica alla tensione del generatore a causa
della resistenza del voltmetro, posta in parallelo al condensatore:
- quando il condensatore si è caricato scorre ancora
corrente nel circuito: → le resistenze R e
RV diventano in serie (stessa corrente - non lo erano inizialmente!):
→ partitore fra RV e R;
- equivalente del circuito composto dal solo generatore e resistenze
ai capi del condensatore (staccato):
- Veq data dal partitore fra RV e R;
- Req data dal parallelo fra RV e R;
- → la perturbazione cambia la tensione di carica e la costante di tempo
dello stesso fattore!
- differenza fra scarica spegnendo il generatore (il condensatore si scarica
sul parallelo fra RV e R) e scarica staccando
il generatore (il condensatore si scarica
sulla sola RV).
- Per proseguimento analisi dati dell'esercitazione vedi file aggiuntivo
nella giornata dell'esperienze (sito principale del corso)
- Consegna quaderni: 27 aprile.
- Introduzione alle correnti alternate:
- generatore di tensione variabile nel tempo:
generatore di segnali di laboratorio;
- importanza teorica e pratica dei circuiti in
regime sinusoidale (→ teorema di Fourier,
che sarà fatto nel corso di Metodi);
- importanza pratica dell'alta tensione per il trasporto di
di energia e della corrente alternata per la trasformazione
di tensione.
- Introduzione allo studio dell'RC in regime sinusoidale:
- notazioni semplificate
(VC, VR):
attenzione alle polarità!
- caso facile in cui T>>&tau.
- Oscilloscopio a raggi catodici.
- Introduzione qualitativa al suo principio di funzionamento
(e a quello dei televisori a raggi catodici).
- Illustrazione dei comandi fondamentali (per dettagli
vedi dispensa suggerita e appunti online De Bernardis/Masi).
- Lezione 6 (20/4/11)
- Esercizi di `riscaldamento' sul teorema di Thevenin.
- Esercizio: ponte di Wheatstone 'sbilanciato',
con resistenza r
fra A e B (vedi appunti e lezione precedente):
calcolare la corrente che scorre in
questa resistenza (suggerimento: Thevenin).
- Ancora sull'esercizio del trasferimento di potenza: soluzioni
(senza dettagli) e loro significato:
- trasferimento di potenza (verso l'esterno) è massimo quando
R (del carico)
è pari alla resistenza interna del generatore R0;
- efficienza (frazione di potenza dissipata all'esterno
rispetto al totale) massima quando R >> R0;
- nelle condizioni di massimo trasferimento di potenza l'efficienza
è pari al 50%.
- Continuazione introduzione all'oscilloscopio:
- misura ampiezza e frequenza;
- ruolo del trigger: soglia e polarità;
- visualizzazione di due tracce e misure di sfasamento;
- uso (e abuso) del trigger LINE (e analogia con le ruote
dei carri nei film).
- Circuito RC con segnale in “corrente alternata”
(segnale periodico; si ricorda che i generatore di onde
disponibili in laboratorio possono produrre onde
sinusoidali, rettangolari e triangolari).
- Considerazioni generali
- nel caso limite si periodo dell'onda molto maggiore
della costante di tempo del circuito (T >> τ)
il condensatore si porta `istantaneamente'
alla tensione del generatore;
- nel limite opposto (T << τ) il condensatore
non riesce mai a `raggiungere' il generatore;
- sottocaso interessante, con onde rettangolari fra
+V0 e -V0:
il condensatore tende alla tensione di alimentazione
in modo lineare (in quando per t << τ l'esponenziale
è soddisfacentemente approssimato da una retta) finché
essa non si inverte, quindi tende al valore opposto, etc.:
→ onda triangolare di ampiezza << V0.
- Circuito RC in “regime sinusoidale”, ovvero
alimentato da un generatore sinusoidale
V(t) = V0 cos ωt,
con periodo T = 2π/ω.
- Casi limite:
- per T >> τ vale quanto detto sopra:
→ VC(t) = V(t);
- per T << τ il condensatore tende,
istante per istante, al valore istantaneo
di V(t), il quale, a differenza
dell'onda rettangolare, cambia con continuità:
→ la derivata di VC(t) è
proporzionale a V(t).
Esercizio: quanto vale
VC(t) in base a queste considerazioni.
(Verificare che con lo stesso ragionamento
si riottiene anche il caso limite dell'onda rettangolare.)
- Equazione differenziale per risolvere il caso
generale:
V(t) - R dQ/dt - Q(t)/C = 0,
ovvero V(t) - τ dVC/dt - VC(t) = 0:
- soluzione omogenea importante solo all'accensione
(il tansiente si spegne con costante di tempo τ);
- soluzione particolare è 'forzata' alla
frequenza del generatore
ed è perciò del tipo
VC(t) = VC0
cos(ωt + φC):
→ VC0
e φC
in funzione della frequenza e dei parametri del
circuito (riassunti in τ)
- sostituendo la soluzione “di prova”
nell'equazione differenziale si ottiene:
V0 cos ωt + τω
VC0 sin(ωt + φC)
- VC0 cos(ωt +
φC) = 0
una equazione con due incognite? ;-) ...
- → non è una sola equazione,
ma infinite equazioni (non indipendenti), una per ogni valore di t.
Scegliendo t=0 e t=T/4 si hanno le seguenti equazioni:
- V0 - τω VC0 sin(φC)
- VC0 cos(φC) = 0;
- τω VC0 sin(&pi/2 + φC)
- VC0 cos(π/2 + φC) = 0, che può essere riscritta
τω VC0 cos(φC)
+ VC0 sin(φC) = 0.
- Dalla seconda equazione abbiamo tan(φC) = -ωτ = -ω/ωT =
-ν/νT,
avendo definito ωT = 1/τ (pulsazione di taglio),
da cui νT = 1/2πτ (frequenza di taglio).
- Esercizio: studiare (anche aiutandosi con grafici al computer)
φC in funzione della frequenza.
- Sostituendo il valore di φC = argtan(-ω&tau)
nella prima equazione(*) si trova
- VC0 = V0 / sqrt(1 + ω2τ2) =
V0 / sqrt(1 + ω2/ωT2) =
V0 / sqrt(1 + ν2/νT2).
- Esercizio: studiare (anche aiutandosi con grafici al computer)
VC0 in funzione della frequenza.
(*)Si ricordano le due relazioni trigonometriche utili
per risolvere l'equazione:
- sin(arctan(x)) = x / sqrt(1+x^2)
- cos(arctan(x)) = 1 / sqrt(1+x^2)
- Significato della frequenza di taglio: circuito RC come filtro:
passa basso.
- Filtro complementare (passa alto) prelevando la tensione di uscita
ai capi di R (ragionamento qualitativo).
- Attenuazione dell'ampiezza di tensione per ν=νT
e modo per determinare empiricamente νT.
- Da VC(t) a VR(t):
- VR(t) = RdQ/dt = τdVC/dt;
- derivate ”da fisico“ di seno e coseno (rispetto al tempo):
ogni derivata equivale a moltiplicare per ω e sfasare di +&pi/2.
- →analogia cinematica: moto circolare uniforme:
- vettori ruotanti r e v;
- |v| = ω |r|;
- significato dell'affermazione
“v anticipa r di π/2”
indipendentemente dalla frequenza di ruotazione.
- → VR(t) = ωτVC0cos(ωt + φC + π/2),
ovvero:
- VR0 = ωτVC0;
- φR = φC + π/2;
- Per ricordarsi del fatto VR(t) è
ottenuta da VC(t) moltiplicando per
ωτ e anticipando di π/2, si noti che
per passare da VC(t) a VR(t)
occorrono i seguenti passaggi:
- da VC(t) a QC(t)
[→ × C];
- da QC(t) a I(t)
[→ derivata, quindi ampiezza moltiplicata per ω
e fase incrementata di π/2];
- da I(t) a VR(t)
[→ legge di Ohm: × R].
[Inoltre il fattore che lega VR(t)
a VC(t) deve essere ovviamente
adimensionale e la più semplice
funzione adimensionale
dei parametri in gioco, tale che per ω→0
tende a zero (cosa che sappiamo dover essere vera
da ragionamenti generali), è proprio
RCω = τω.]
- Esercizi:
- riscrivere in modo opportuno VR0 in funzione
della tensione del generatore, della frequenza e della frequenza di taglio;
- fare il confronto (anche mediante grafici) di VR0
VC0, verificando, fra l'altro, che il filtro
realizzato prelevando l'uscita ai capi di R è un passa alto;
- idem per gli sfasamenti (riflettere sul significato di
'anticipo' e 'ritardo');
- in particolare, valutare quanto valgono ampiezze e sfasamenti alla frequenza di taglio.
- Altri esercizi:
- Valutare quanto I(t) e, riscrivendo anch'essa come una funzione
coseno con opportuna ampiezza e fase:
- ricavarsi ampiezza e fase;
- calcolare il rapporto fra VC0 e I0:
che significato potrebbe avere questo rapporto?
- Supponiamo che la tensione ai capi di un ipotetico elemento circuitale dipenda
dalla derivata dell'intensità di corrente (con un fattore di proporzionalità
che indichiamo con L): ricavarsi quanto vale la tensione ai capi
di questo elemento (sempre espressa come ampiezza e fase rispetto al generatore).
- `Esercizio' (anticipo di quanto si farà
nella lezione, ma che, con le opportune indicazioni, diventa un semplice esercizio di matematica)
un modo alternativa per risolvere il problema
consiste nel passare a variabili complesse:
- tensione del generatore complessa:
v(t) = V0ej(ωt),
di cui la grandezza fisica di interesse è la parte reale,
V(t)= Re[v(t)] = V0cos(ωt);
- soluzione di prova complessa (lettere minuscole)
vC(t) = VC0ej(ωt + φC),
di cui la soluzione fisica è la parte reale,
ovvero VC(t) = Re[vC(t)],
come si può verificare facilmente;
- è conveniente fattorizzare vC(t) in una parte
dipende dal tempo e una indipendente: vC(t) =
[VC0ejφC]×ejωt;
→ ovvero, chiamando la parte non dipendente dal tempo vC0
[=VC0ejφC], riscriviamo la soluzione di prova
come vC(t) = vC0ejωt;
- inserire la soluzione di prova vC0ejωt
nell'equazione differenziale e ricavarsi vC0;
- trovata la soluzione complessa vC0,
ricavarsi le espressione di VC0
e φC.
- Infine: una volta trovata l'espressione della tensione
VC(t) ai capi del condensatore:
- ricavarsi l'espressione
della corrente che circola nel circuito (banalmente dQ/dt = CdVC/dt)
e della tensione VR(t) ai capi della resistenza (banale legge di Ohm);
- esprimere I(t) e VR(t) come
I0cos(ωt + φI) e
VR0cos(ωt + φR), rispettivamente, e
ricavarsi le relazioni che intercorrono fra φC,
φI e φR.
- Lezione 7 (27/4/11)
- Guida pratica all'uso dell'oscilloscopio (ISO-TECH ISR 622,
per dettagli manuale (pdf 2.0MB)).
In particolare:
- selezione degli ingressi, loro ampiezze e posizione;
- visualizzione multipla di tracce e operazione ADD (e
differenza mediante inversione);
- scala temporale e shift orizzontale;
- selezione del trigger;
- uso e imoportanza del trigger esterno;
- opzione x-y e suo uso per misure di sfasamento.
- problema delle `masse accoppiate': → impossibile
visualizzare VC e VR
simultaneamente.
- Illustrazione delle prossime 2 esercitazioni: oscilloscipio
e circuito RC sia in onda quadra che in onda sinusoidale.
- Riepilogo della teoria dell'RC in onda quadra (carica e
scarica del condensatore): tensioni ai capi di C e ai capi di R;
significato dei segni. Cosa cambia fra segnale
di onda quadra fra 0 e un massimo e segnale di onda quadra
`bipolare' (da -V0 a V0).
- Riepilogo delle varie formule ottenute per ampiezza
della tensione e suo sfasamento in funzione della frequenza:
- ai capi di C:
- VC0 = V0 / sqrt(1 + ω2τ2) =
V0 / sqrt(1 + ω2/ωT2) =
V0 / sqrt(1 + ν2/νT2);
- &phiC = -atan(ωτ) =
- atan(ω/ωT)
= - atan(ν/νT).
- ai capi di R:
- VR0 = V0 / sqrt(1 + 1/(ω2τ2)) =
V0 / sqrt(1 + ωT2/ω2) =
V0 / sqrt(1 + νT2/ν2);
- &phiR = &phiC + π/2 =
atan(νT/ν).
[tan(α + π/2) = -cotg(α).]
- Circuito RC come filtro:
passa basso ai capi di C
e passa alto ai capi di R (anche 'CR'):
significato e applicazioni
- Discussione della fenomenologia dell'RC in regime sinusoidale
e delle misure da eseguire in laboratorio.
- Introduzione alla soluzione mediante l'uso di variabili complesse:
vedi esercizi della lezione scorsa.
- Esempio: come passare da vC(t)
a vR(t):
- q(t) = C vC(t);
- i(t) = dq(t)/dt = jωC vC(t);
- vR(t) = R i(t) = jωRC vC(t)
= jωτ vC
→ vR(t) = ωτ ejπ/2
VC0ej(ωt+φC);
→ VR(t) = Re[vR(t)] =
ωτ VC0 cos(ωt + φC + π/2).
- Si tratta ora di risolvere
per trovare, ancora una volta, VC0
e φC: provarci.
- Lezione 8 (4/5/11)
- Esercizio di riscaldamento su teorema di Thevenin e
teorema di Norton.
- Attenuazioni e amplificazioni espresse in decibel:
- In genere i rapporti espressi in decibel sono definiti
come RatiodB = 10 log10 x, ove
x è il rapporto fra due valori di una grandezza fisica.
- [Nota fuori programma:
Weber-Fechner law.]
- In fisica/ingegneria elettronica si assume che i rapporti
siano applicati alle potenze:
- PowerRatiodB = 10 log10(P2/P1)
da cui:
→ 20 log10(V2/V1)
- valori tipici (-20dB corrisponde al tastino di attenuazione del
generatore di segnali di laboratorio):
dB | V2/V1 |
+6 | ≈2 |
-6 | ≈1/2 |
+20 | 10 |
-20 | 1/10 |
-40 | 1/100 |
- I rapporti espressi in decibel sono additivi.
- Induttore:
- Introduzione modellistica, con cenni alla legge di Lenz.
- Circuito con generatore, resistenza, induttanza e
capacità.
- Analogie meccaniche e casi particolari.
- Risoluzione del circuito RC sinusoidale
mediante il metodo simbolico (essenzialmente
soluzione degli esercizi proposti da varie lezioni):
tensione ai capi di C.
- Informazioni sul corso:
- Dalla prossima esercitazione
(10 maggio) l'esercitazione del mercoledì è soppressa:
→ tutti il martedi.
- Questi appunti saranno sempre più concisi:
per le ultime lezioni fare riferimento
a quelli dello scorso
anno, essendo il programma praticamente identico,
anche se l'ordine della presentazione dei contenuti
può talvolta differire.
- Lezione 9 (11/5/11)
- Circuito RL.
- RCL impulsato (vedi osc_smorz.pdf, prestando attenzione ad eventuali errori di battitura)
e indicazioni sulle prima parte dell'esperienza di laboratorio sull'RLC.
- RCL in regime sinusoidale usando la notazione complessa:
- → I0 e φI;
- Provare a proseguire da soli,
note le relazioni che legano vR0,
vC0 e
vL0 a i0,
e ricavarsi ampiezze e fasi delle tensioni sui vari
componenti in funzione della frequenza
(vR0 è banale;)
- Come tener conto che
ad un induttore reale è associata anche una resistenza
RL in serie e che inoltre c'è anche
la resistenza del generatore?
- Lezione 10 (18/5/11)
- Circuito RCL sinusolidale, continuazione; metodo simbolico.
- Introduzione a R.
Script per RCL:
- RCL_sinusoidale.R.
[Per eseguire lo script da una console R:
source("RCL_sinusoidale.R");
quando lo script è terminato le variabili definite
sono a disposizione per ulteriore lavoro interattivo:
per avere la lista delle variabili usare
il comando ls(), o ls.str() per
ulteriori dettagli.]
- RCL_impulsato.R.
Script per RC (onde ai capi di C e di R in funzione del tempo):
- RC_onde.R [Perché i picchi delle
tensioni ai capi di R e di C giacciono sempre sulla curva
del generatore?]
- Lezione 11 (25/5/11)
- Commenti su cifre e incertezze nelle misure sui circuiti.
- RCL impulsato: caso (quasi) generale che prevede
non soltanto la scarica del condensatore ma anche
la sua carica e, comunque, la transizione fra due livelli
qualsiasi del generatore ad onda quadra. (La sola approssimazione,
da cui il `quasi', è che il periodo dell'onda quadra sia abbastanza
grande da tare tempo alla tensione ai capi di C di stabilizzarsi).
- Si modifica l'equazione differenziale introducendo un termine
costante f (tensione del generatore: il caso
f=0 recupera le ben note oscillazioni smorzate).
Quindi:
L d2Q/dt2 + R dQ/dt +
Q/C - f = 0
d2Q/dt2 + γ dQ/dt +
ω02 Q - f/L = 0
d2VC/dt2 + γ dVC/dt +
ω02C - f/(LC) = 0
d2VC/dt2 +
γ dVC/dt +
ω02 (VC - f) = 0,
che, mediante il cambiamento di variabili
z=VC - f, ridiventa la `famosa'
d2z/dt2 +
γ dz/dt +
ω02 z = 0,
con la condizione iniziale z0 =
VC0 - f.
- La soluzione è quindi quella descritta negli appunti
(osc_smorz.pdf), previa
sostituzione nelle (38) e (39) di
VC0 - f
al posto di z0.
- Script R con la soluzione 'ideale' (per semplicità viene
considerata una sola resistenza e quindi VR
sta per tensione ai suoi capi, grandezza ovviamente non misurabile
in un RCL reale): RCL_impulsato_su-giu_ideale.R.
- Ancora RCL sinusoidale, con discussione delle tensioni
e fasi sui vari elementi, con partizioni complesse, limiti, etc.
- Ancora su analogia fra oscillazioni smorzate elettriche e
meccaniche: Q=sqrt(k m)/β.
- Problemini
(assolutamente fuori programma,
ma possono essere istruttivi) sulle oscillazioni smorzate
di un pendolo semplice nella tipica approssimazione
di piccole oscillazioni:
- Come dipende il fattore di merito dai vari parametri
del pendolo
(m, l, g, β)?
[Passaggio intermedio: capire chi è l'equivalente
della costante elastica k nel caso del pendolo,
poi tutto il resto vien da se.]
- Come dipende Q dalla densità della massa sospesa?
- Per avere un Q grande è preferibile avere
(a parità di densità) una sfera grande o piccola?
- Trovare l'espressione dell'energia totale del pendolo
in analogia alla molla e all'RCL e confrontare
l'espressione dell'eneria potenziale con quella
valutata `normalente' come mgh.
- Trovare inoltre la dipendenza dai parametri del tempo
necessario
affinché l'ampiezza di oscillazione si riduca
di 1/e di quella iniziale.
- Infine, visto che stiamo considerando masse sospese
non puntiformi calcolare la `lunghezza efficace'
le
del pendolo, ovvero la lunghezza di un pendolo di
massa puntiforme che oscilla con lo stesso periodo
di un pendolo di lunghezza l (intesa
come distanza
fra punto di oscillazione e centro della sfera)
a cui è sospesa una sfera omogenea di
raggio r.
- Ancora sul trasferimento di potenza nei circuiti a corrente
continua.
- Potenza in regime sinusoidale:
- Ulteriore script di R:
- Ellissi nel caso dell'RC: RC_ellissi.R.
- Provare a fare analogo script
per RCL.
- Lezione 12 (1/6/11)
- (Si ricorda di consultare gli appunti dello scorso anno
per ulteriori dettagli.)
- Grandezze efficaci (e ancora su potenza in
regime sinusoidale);
- RCL parallelo. (Con discussione su generatori
di corrente a proposito di RCL parallelo
alimentato in corrente sinusoidale.)
- Un po' di nomeclatura:
fasori,
reattanza e
ammettenza
(con conduttanza e suscettanza).
- Esperimentini dimostrativi su induzione:
- Legge di Lenz con tubi in alluminio e geomag
[per un'interessante trattazione didattica
vedi qui (copia locale)].
- Torcia elettrica a induzione. Componenti
(si potrebbe fare un intero corso su questo oggetto):
- magnete permanente;
- Bobina;
- circuito raddrizzatore;
- batteria ricaricabile;
- interruttore;
- led ad alto flusso luminoso.
- Cenni al principio di funzionamento dei trasformatori
di tensione e alla loro importanza pratica.
- Ancora su RC con ripasso sul loro ruolo
di passa basso e passa basso (e visione `antropomorfa'
del comportamente del condensatore in funzione della frequenza...).
- RC e CR come circuiti integratori e derivatori
(si raccomanda di provare a risolvere gli esercizi
in fondo alla lezione 12 dello scorso anno)
La prossima lezione portare
dispensa della linea di trasmissione
- Lezione 13 (8/6/11)
-
- Introduzione modellistica al diodo e sue semplici
applicazioni.
- Introduzione alla linea di trasmissione:
- discussa a lezione dispensa fino formula (42) di pag. 11;
- per esercizio provare
ad anticiparsi fino a tutto il paragrafo 4.1.1 (pag. 14).
- Risposta a domanda comune a proposito dell'ultima
esperienza, ovvero se tornare in laboratorio per completare
i vari punti o prendere qualche misura mancante.
- Ricordarsi che le esperienze servono a familiarizarsi
con gli strumenti, capire meglio la fenomenologia
e anche ad organizarsi con il lavoro di laboratorio
riportare in modo `utile' le misure e i risultati
di elaborazioni successive. Quindi, non esistono
imperativi categorici su cosa bisogna o non bisogna fare.
Provare invece a rispondere onestamente ai seguenti
punti:
- Ho capito
la fenomenologia dell'RCL impulsato e sinusoidale,
ovvero ampiezze e sfasamenti sui vari elementi?
(In caso di dubbio, può essere più istruttivo
fare dei grafici con R per capire le cose piuttosto
che prendere misure alla cieca)
- Riesco a capire (almeno grosso modo e a parte
`misterioso effetti strumentali' che quest'anno
sembrano particolarmente strani)
perché le grandezze osservate
hanno quei valori e quegli andamenti?
- Saprei in grado, in sede di prova pratica,
di effettuare le varie misure richieste?
In particolare, riuscirei a misurare funzioni
di trasferimento (in particolare la fase) quando
per qualche motivo il confronto con
l'uscita del generatore quando il circuito
è connesso subisce importanti effetti di partizione
(complessa)?
- Messaggio da parte dei tecnici di laboratorio
per favore, la prossima volta riportare i componenti.
- Lezione 14 (14/6/11)
-
- Habemus libellum novum: copisteria Grafitecnica,
Via degli Irpini 6 (174 pagine a 4 c€/p +
eventuale rilegatura),
- Esercizio di riscaldamento su RL sinusoidale e
richiamo sull'importanza di saper valutare gli
andamenti limite `al volo'.
- Linea di trasmissione: completamento teoria
+ indicazioni sulla prova pratica.
Top
Back to G.D'Agostini - LEC
Back to G.D'Agostini - Teaching
Back to G.D'Agostini Home Page