Lezioni di Laboratorio di Elettromagnetismo e Circuiti (AA 10/11)
(G. D'Agostini)


Dettaglio degli argomenti trattati a lezione

Nr.Giorno         Nr.Giorno         Nr.Giorno
116 marzo   620 aprile   1125 maggio
223 marzo   727 aprile   121 giugno
330 marzo   84 maggio   13 8 giugno
46 aprile   911 maggio   14 8 giugno
513 aprile   1018 maggio      
Lezione 1 (16/3/11)
 
Lezione 2 (23/3/11)
 
Lezione 3 (30/3/11)
 
Lezione 4 (6/4/11)
  • Considerazioni energetiche nella carica e scarica del condensatore (essenzialmente soluzione di problemi proposti la scorsa lezione):
    • Bilancio energetico nella carica/scarica del condensatore:
      • carica (ove Q è la carica finale):
        • energia fornita dal generatore (o dal suo equivalente di Thevenin nel caso di 'complicazioni'): fQ = f(Cf) = Cf2;
        • energia dissipata per effetto Joule dalla resistenza: PJ(t) = RI2(t), con I(t) = f/R e-t/τ. Ne segue EJ = ∫0PJ(t)dt = 1/2 C f2.
          → Che fine ha fatto l'energia residua? → EC = 1/2 C f2.
        • Se EC = 1/2 C f2 è un'energia deve 'rispuntare'.
      • scarica: PJ(t) = RI2(t), con I(t) = -f/R e-t/τ:
        → quindi la resistenza dissipa esattamente la stessa energia nei processi di carica e di carica e di scarica, ogni volta pari a quella immagazzinata dal condensatore.
     
     
    Lezione 5 (13/4/11)
    • Quattro resistenze “a ponte” (di Wheatstone): condizione fra le resistenze affinché sia `equilibrato' (stesso potenziale fra i punti `centrali' A e B): soluzione mediante “partitori affiancati”:
      • affinché sia “bilanciato&rdquo la partizione da una parte deve essere uguale a quella dall'altra parte, ovvero il rapporto delle resistenze a sinistra deve essere uguale al rapporto di quelle a destra;
      • uso del ponte per misure di resistenza mediante due resistenze perfettamente note e un potenziometro di precisione.
    • Commenti sulla prima esercitazione di laboratorio:
      • alcuni gruppi hanno bisogno di rivedersi le raccomandazioni sul logbook, l'uso delle cifre significative della carta millimetrata (soprattutto semilog).
      • commenti sulle esperienze:
        1. calibro e importanza di leggere al meglio gli strumenti analogici.
        2. Collanina cortocircuitata agli estremi: semplice applicazione di resistenze in serie e in parallelo.
        3. Partitore di tensione con diversi strumenti e diversi fondi scala:
          • se con il voltmetro di resistenza interna RV si esegue una misura di tensione ai capi di n R, non si misurerà f ×n/N (partitore fra nR e (N-n)R, bensì il partitore fra Rp e (N-n)R, ove Rp sta per il parallelo fra (N-n)R e RV.
        4. Carica e scarica del condensatore:
          • il condensatore non si carica alla tensione del generatore a causa della resistenza del voltmetro, posta in parallelo al condensatore:
            • quando il condensatore si è caricato scorre ancora corrente nel circuito: → le resistenze R e RV diventano in serie (stessa corrente - non lo erano inizialmente!): → partitore fra RV e R;
            • equivalente del circuito composto dal solo generatore e resistenze ai capi del condensatore (staccato):
              • Veq data dal partitore fra RV e R;
              • Req data dal parallelo fra RV e R;
              • → la perturbazione cambia la tensione di carica e la costante di tempo dello stesso fattore!
            • differenza fra scarica spegnendo il generatore (il condensatore si scarica sul parallelo fra RV e R) e scarica staccando il generatore (il condensatore si scarica sulla sola RV).
      • Per proseguimento analisi dati dell'esercitazione vedi file aggiuntivo nella giornata dell'esperienze (sito principale del corso)
      • Consegna quaderni: 27 aprile.
    • Introduzione alle correnti alternate:
      • generatore di tensione variabile nel tempo: generatore di segnali di laboratorio;
      • importanza teorica e pratica dei circuiti in regime sinusoidale (→ teorema di Fourier, che sarà fatto nel corso di Metodi);
      • importanza pratica dell'alta tensione per il trasporto di di energia e della corrente alternata per la trasformazione di tensione.
    • Introduzione allo studio dell'RC in regime sinusoidale:
      • notazioni semplificate (VC, VR): attenzione alle polarità!
      • caso facile in cui T>>&tau.
    • Oscilloscopio a raggi catodici.
      • Introduzione qualitativa al suo principio di funzionamento (e a quello dei televisori a raggi catodici).
      • Illustrazione dei comandi fondamentali (per dettagli vedi dispensa suggerita e appunti online De Bernardis/Masi).
     
    Lezione 6 (20/4/11)
    • Esercizi di `riscaldamento' sul teorema di Thevenin.
    • Esercizio: ponte di Wheatstone 'sbilanciato', con resistenza r fra A e B (vedi appunti e lezione precedente): calcolare la corrente che scorre in questa resistenza (suggerimento: Thevenin).
    • Ancora sull'esercizio del trasferimento di potenza: soluzioni (senza dettagli) e loro significato:
      • trasferimento di potenza (verso l'esterno) è massimo quando R (del carico) è pari alla resistenza interna del generatore R0;
      • efficienza (frazione di potenza dissipata all'esterno rispetto al totale) massima quando R >> R0;
      • nelle condizioni di massimo trasferimento di potenza l'efficienza è pari al 50%.
    • Continuazione introduzione all'oscilloscopio:
      • misura ampiezza e frequenza;
      • ruolo del trigger: soglia e polarità;
      • visualizzazione di due tracce e misure di sfasamento;
      • uso (e abuso) del trigger LINE (e analogia con le ruote dei carri nei film).
    • Circuito RC con segnale in “corrente alternata” (segnale periodico; si ricorda che i generatore di onde disponibili in laboratorio possono produrre onde sinusoidali, rettangolari e triangolari).
      • Considerazioni generali
        • nel caso limite si periodo dell'onda molto maggiore della costante di tempo del circuito (T >> τ) il condensatore si porta `istantaneamente' alla tensione del generatore;
        • nel limite opposto (T << τ) il condensatore non riesce mai a `raggiungere' il generatore;
          • sottocaso interessante, con onde rettangolari fra +V0 e -V0: il condensatore tende alla tensione di alimentazione in modo lineare (in quando per t << τ l'esponenziale è soddisfacentemente approssimato da una retta) finché essa non si inverte, quindi tende al valore opposto, etc.:
            → onda triangolare di ampiezza << V0.
    • Circuito RC in “regime sinusoidale”, ovvero alimentato da un generatore sinusoidale V(t) = V0 cos ωt, con periodo T = 2π/ω.
      • Casi limite:
        • per T >> τ vale quanto detto sopra:
          VC(t) = V(t);
        • per T << τ il condensatore tende, istante per istante, al valore istantaneo di V(t), il quale, a differenza dell'onda rettangolare, cambia con continuità:
          → la derivata di VC(t) è proporzionale a V(t).
          Esercizio: quanto vale VC(t) in base a queste considerazioni. (Verificare che con lo stesso ragionamento si riottiene anche il caso limite dell'onda rettangolare.)
      • Equazione differenziale per risolvere il caso generale:
        V(t) - R dQ/dt - Q(t)/C = 0, ovvero V(t) - τ dVC/dt - VC(t) = 0:
        • soluzione omogenea importante solo all'accensione (il tansiente si spegne con costante di tempo τ);
        • soluzione particolare è 'forzata' alla frequenza del generatore ed è perciò del tipo VC(t) = VC0 cos(ωt + φC):
          VC0 e φC in funzione della frequenza e dei parametri del circuito (riassunti in τ)
        • sostituendo la soluzione “di prova” nell'equazione differenziale si ottiene:
          V0 cos ωt + τω VC0 sin(ωt + φC) - VC0 cos(ωt + φC) = 0
          una equazione con due incognite? ;-) ...
        • → non è una sola equazione, ma infinite equazioni (non indipendenti), una per ogni valore di t.
          Scegliendo t=0 e t=T/4 si hanno le seguenti equazioni:
          1. V0 - τω VC0 sin(φC) - VC0 cos(φC) = 0;
          2. τω VC0 sin(&pi/2 + φC) - VC0 cos(π/2 + φC) = 0, che può essere riscritta τω VC0 cos(φC) + VC0 sin(φC) = 0.
        • Dalla seconda equazione abbiamo tan(φC) = -ωτ = -ω/ωT = -ν/νT, avendo definito ωT = 1/τ (pulsazione di taglio), da cui νT = 1/2πτ (frequenza di taglio).
          • Esercizio: studiare (anche aiutandosi con grafici al computer) φC in funzione della frequenza.
        • Sostituendo il valore di φC = argtan(-ω&tau) nella prima equazione(*) si trova
          • VC0 = V0 / sqrt(1 + ω2τ2) = V0 / sqrt(1 + ω2T2) = V0 / sqrt(1 + ν2T2).
          • Esercizio: studiare (anche aiutandosi con grafici al computer) VC0 in funzione della frequenza.
          (*)Si ricordano le due relazioni trigonometriche utili per risolvere l'equazione:
          • sin(arctan(x)) = x / sqrt(1+x^2)
          • cos(arctan(x)) = 1 / sqrt(1+x^2)
        • Significato della frequenza di taglio: circuito RC come filtro: passa basso.
        • Filtro complementare (passa alto) prelevando la tensione di uscita ai capi di R (ragionamento qualitativo).
        • Attenuazione dell'ampiezza di tensione per ν=νT e modo per determinare empiricamente νT.
      • Da VC(t) a VR(t):
        • VR(t) = RdQ/dt = τdVC/dt;
        • derivate ”da fisico“ di seno e coseno (rispetto al tempo): ogni derivata equivale a moltiplicare per ω e sfasare di +&pi/2.
          • →analogia cinematica: moto circolare uniforme:
            • vettori ruotanti r e v;
            • |v| = ω |r|;
            • significato dell'affermazione “v anticipa r di π/2” indipendentemente dalla frequenza di ruotazione.
        • VR(t) = ωτVC0cos(ωt + φC + π/2), ovvero:
          • VR0 = ωτVC0;
          • φR = φC + π/2;
        • Per ricordarsi del fatto VR(t) è ottenuta da VC(t) moltiplicando per ωτ e anticipando di π/2, si noti che per passare da VC(t) a VR(t) occorrono i seguenti passaggi:
          1. da VC(t) a QC(t) [→ × C];
          2. da QC(t) a I(t) [→ derivata, quindi ampiezza moltiplicata per ω e fase incrementata di π/2];
          3. da I(t) a VR(t) [→ legge di Ohm: × R].
          [Inoltre il fattore che lega VR(t) a VC(t) deve essere ovviamente adimensionale e la più semplice funzione adimensionale dei parametri in gioco, tale che per ω→0 tende a zero (cosa che sappiamo dover essere vera da ragionamenti generali), è proprio RCω = τω.]
        • Esercizi:
          • riscrivere in modo opportuno VR0 in funzione della tensione del generatore, della frequenza e della frequenza di taglio;
          • fare il confronto (anche mediante grafici) di VR0 VC0, verificando, fra l'altro, che il filtro realizzato prelevando l'uscita ai capi di R è un passa alto;
          • idem per gli sfasamenti (riflettere sul significato di 'anticipo' e 'ritardo');
          • in particolare, valutare quanto valgono ampiezze e sfasamenti alla frequenza di taglio.
        • Altri esercizi:
          • Valutare quanto I(t) e, riscrivendo anch'essa come una funzione coseno con opportuna ampiezza e fase:
            • ricavarsi ampiezza e fase;
            • calcolare il rapporto fra VC0 e I0: che significato potrebbe avere questo rapporto?
          • Supponiamo che la tensione ai capi di un ipotetico elemento circuitale dipenda dalla derivata dell'intensità di corrente (con un fattore di proporzionalità che indichiamo con L): ricavarsi quanto vale la tensione ai capi di questo elemento (sempre espressa come ampiezza e fase rispetto al generatore).
      • `Esercizio' (anticipo di quanto si farà nella lezione, ma che, con le opportune indicazioni, diventa un semplice esercizio di matematica) un modo alternativa per risolvere il problema consiste nel passare a variabili complesse:
        • tensione del generatore complessa: v(t) = V0ej(ωt), di cui la grandezza fisica di interesse è la parte reale, V(t)= Re[v(t)] = V0cos(ωt);
        • soluzione di prova complessa (lettere minuscole) vC(t) = VC0ej(ωt + φC), di cui la soluzione fisica è la parte reale, ovvero VC(t) = Re[vC(t)], come si può verificare facilmente;
        • è conveniente fattorizzare vC(t) in una parte dipende dal tempo e una indipendente: vC(t) = [VC0eC]×ejωt;
          → ovvero, chiamando la parte non dipendente dal tempo vC0 [=VC0eC], riscriviamo la soluzione di prova come vC(t) = vC0ejωt;
        • inserire la soluzione di prova vC0ejωt nell'equazione differenziale e ricavarsi vC0;
        • trovata la soluzione complessa vC0, ricavarsi le espressione di VC0 e φC.
      • Infine: una volta trovata l'espressione della tensione VC(t) ai capi del condensatore:
        • ricavarsi l'espressione della corrente che circola nel circuito (banalmente dQ/dt = CdVC/dt) e della tensione VR(t) ai capi della resistenza (banale legge di Ohm);
        • esprimere I(t) e VR(t) come I0cos(ωt + φI) e VR0cos(ωt + φR), rispettivamente, e ricavarsi le relazioni che intercorrono fra φC, φI e φR.
     
    Lezione 7 (27/4/11)
    • Guida pratica all'uso dell'oscilloscopio (ISO-TECH ISR 622, per dettagli manuale (pdf 2.0MB)).
      In particolare:
      • selezione degli ingressi, loro ampiezze e posizione;
      • visualizzione multipla di tracce e operazione ADD (e differenza mediante inversione);
      • scala temporale e shift orizzontale;
      • selezione del trigger;
      • uso e imoportanza del trigger esterno;
      • opzione x-y e suo uso per misure di sfasamento.
      • problema delle `masse accoppiate': → impossibile visualizzare VC e VR simultaneamente.
    • Illustrazione delle prossime 2 esercitazioni: oscilloscipio e circuito RC sia in onda quadra che in onda sinusoidale.
    • Riepilogo della teoria dell'RC in onda quadra (carica e scarica del condensatore): tensioni ai capi di C e ai capi di R; significato dei segni. Cosa cambia fra segnale di onda quadra fra 0 e un massimo e segnale di onda quadra `bipolare' (da -V0 a V0).
    • Riepilogo delle varie formule ottenute per ampiezza della tensione e suo sfasamento in funzione della frequenza:
      • ai capi di C:
        • VC0 = V0 / sqrt(1 + ω2τ2) = V0 / sqrt(1 + ω2T2) = V0 / sqrt(1 + ν2T2);
        • &phiC = -atan(ωτ) = - atan(ω/ωT) = - atan(ν/νT).
      • ai capi di R:
        • VR0 = V0 / sqrt(1 + 1/(ω2τ2)) = V0 / sqrt(1 + ωT22) = V0 / sqrt(1 + νT22);
        • &phiR = &phiC + π/2 = atan(νT/ν).
          [tan(α + π/2) = -cotg(α).]
    • Circuito RC come filtro: passa basso ai capi di C e passa alto ai capi di R (anche 'CR'): significato e applicazioni
    • Discussione della fenomenologia dell'RC in regime sinusoidale e delle misure da eseguire in laboratorio.
    • Introduzione alla soluzione mediante l'uso di variabili complesse: vedi esercizi della lezione scorsa.
      • Esempio: come passare da vC(t) a vR(t):
        • q(t) = C vC(t);
        • i(t) = dq(t)/dt = jωC vC(t);
        • vR(t) = R i(t) = jωRC vC(t) = jωτ vC
          vR(t) = ωτ ejπ/2 VC0ej(ωt+φC);
          VR(t) = Re[vR(t)] = ωτ VC0 cos(ωt + φC + π/2).
      • Si tratta ora di risolvere
        • v(t) = vR(t) + vC(t)
        per trovare, ancora una volta, VC0 e φC: provarci.
     
    Lezione 8 (4/5/11)
    • Esercizio di riscaldamento su teorema di Thevenin e teorema di Norton.
    • Attenuazioni e amplificazioni espresse in decibel:
      • In genere i rapporti espressi in decibel sono definiti come RatiodB = 10 log10 x, ove x è il rapporto fra due valori di una grandezza fisica.
      • [Nota fuori programma: Weber-Fechner law.]
      • In fisica/ingegneria elettronica si assume che i rapporti siano applicati alle potenze:
        • PowerRatiodB = 10 log10(P2/P1)
        da cui:
          → 20 log10(V2/V1)
      • valori tipici (-20dB corrisponde al tastino di attenuazione del generatore di segnali di laboratorio):
        dBV2/V1
        +6≈2
        -6≈1/2
        +2010
        -201/10
        -401/100
      • I rapporti espressi in decibel sono additivi.
    • Induttore:
      • Introduzione modellistica, con cenni alla legge di Lenz.
      • Circuito con generatore, resistenza, induttanza e capacità.
      • Analogie meccaniche e casi particolari.
    • Risoluzione del circuito RC sinusoidale mediante il metodo simbolico (essenzialmente soluzione degli esercizi proposti da varie lezioni): tensione ai capi di C.
    • Informazioni sul corso:
      1. Dalla prossima esercitazione (10 maggio) l'esercitazione del mercoledì è soppressa: → tutti il martedi.
      2. Questi appunti saranno sempre più concisi: per le ultime lezioni fare riferimento a quelli dello scorso anno, essendo il programma praticamente identico, anche se l'ordine della presentazione dei contenuti può talvolta differire.
     
    Lezione 9 (11/5/11)
    • Circuito RL.
    • RCL impulsato (vedi osc_smorz.pdf, prestando attenzione ad eventuali errori di battitura) e indicazioni sulle prima parte dell'esperienza di laboratorio sull'RLC.
    • RCL in regime sinusoidale usando la notazione complessa:
      • I0 e φI;
      • Provare a proseguire da soli, note le relazioni che legano vR0, vC0 e vL0 a i0, e ricavarsi ampiezze e fasi delle tensioni sui vari componenti in funzione della frequenza (vR0 è banale;)
      • Come tener conto che ad un induttore reale è associata anche una resistenza RL in serie e che inoltre c'è anche la resistenza del generatore?
     
    Lezione 10 (18/5/11)
    • Circuito RCL sinusolidale, continuazione; metodo simbolico.
    • Introduzione a R.
      Script per RCL:
      • RCL_sinusoidale.R.
        [Per eseguire lo script da una console R: source("RCL_sinusoidale.R"); quando lo script è terminato le variabili definite sono a disposizione per ulteriore lavoro interattivo: per avere la lista delle variabili usare il comando ls(), o ls.str() per ulteriori dettagli.]
      • RCL_impulsato.R.
      Script per RC (onde ai capi di C e di R in funzione del tempo):
      • RC_onde.R [Perché i picchi delle tensioni ai capi di R e di C giacciono sempre sulla curva del generatore?]
     
    Lezione 11 (25/5/11)
    • Commenti su cifre e incertezze nelle misure sui circuiti.
    • RCL impulsato: caso (quasi) generale che prevede non soltanto la scarica del condensatore ma anche la sua carica e, comunque, la transizione fra due livelli qualsiasi del generatore ad onda quadra. (La sola approssimazione, da cui il `quasi', è che il periodo dell'onda quadra sia abbastanza grande da tare tempo alla tensione ai capi di C di stabilizzarsi).
      • Si modifica l'equazione differenziale introducendo un termine costante f (tensione del generatore: il caso f=0 recupera le ben note oscillazioni smorzate). Quindi:
        L d2Q/dt2 + R dQ/dt + Q/C - f = 0
        d2Q/dt2 + γ dQ/dt + ω02 Q - f/L = 0
        d2VC/dt2 + γ dVC/dt + ω02C - f/(LC) = 0
        d2VC/dt2 + γ dVC/dt + ω02 (VC - f) = 0, che, mediante il cambiamento di variabili z=VC - f, ridiventa la `famosa'
        d2z/dt2 + γ dz/dt + ω02 z = 0, con la condizione iniziale z0 = VC0 - f.
      • La soluzione è quindi quella descritta negli appunti (osc_smorz.pdf), previa sostituzione nelle (38) e (39) di VC0 - f al posto di z0.
      • Script R con la soluzione 'ideale' (per semplicità viene considerata una sola resistenza e quindi VR sta per tensione ai suoi capi, grandezza ovviamente non misurabile in un RCL reale): RCL_impulsato_su-giu_ideale.R.
    • Ancora RCL sinusoidale, con discussione delle tensioni e fasi sui vari elementi, con partizioni complesse, limiti, etc.
    • Ancora su analogia fra oscillazioni smorzate elettriche e meccaniche: Q=sqrt(k m)/β.
      • Problemini (assolutamente fuori programma, ma possono essere istruttivi) sulle oscillazioni smorzate di un pendolo semplice nella tipica approssimazione di piccole oscillazioni:
        • Come dipende il fattore di merito dai vari parametri del pendolo (m, l, g, β)?
          [Passaggio intermedio: capire chi è l'equivalente della costante elastica k nel caso del pendolo, poi tutto il resto vien da se.]
        • Come dipende Q dalla densità della massa sospesa?
        • Per avere un Q grande è preferibile avere (a parità di densità) una sfera grande o piccola?
        • Trovare l'espressione dell'energia totale del pendolo in analogia alla molla e all'RCL e confrontare l'espressione dell'eneria potenziale con quella valutata `normalente' come mgh.
        • Trovare inoltre la dipendenza dai parametri del tempo necessario affinché l'ampiezza di oscillazione si riduca di 1/e di quella iniziale.
        • Infine, visto che stiamo considerando masse sospese non puntiformi calcolare la `lunghezza efficace' le del pendolo, ovvero la lunghezza di un pendolo di massa puntiforme che oscilla con lo stesso periodo di un pendolo di lunghezza l (intesa come distanza fra punto di oscillazione e centro della sfera) a cui è sospesa una sfera omogenea di raggio r.
    • Ancora sul trasferimento di potenza nei circuiti a corrente continua.
    • Potenza in regime sinusoidale:
    • Ulteriore script di R:
      • Ellissi nel caso dell'RC: RC_ellissi.R.
      • Provare a fare analogo script per RCL.
     
    Lezione 12 (1/6/11)
    (Si ricorda di consultare gli appunti dello scorso anno per ulteriori dettagli.)
    • Grandezze efficaci (e ancora su potenza in regime sinusoidale);
    • RCL parallelo. (Con discussione su generatori di corrente a proposito di RCL parallelo alimentato in corrente sinusoidale.)
    • Un po' di nomeclatura: fasori, reattanza e ammettenza (con conduttanza e suscettanza).
    • Esperimentini dimostrativi su induzione:
      • Legge di Lenz con tubi in alluminio e geomag [per un'interessante trattazione didattica vedi qui (copia locale)].
      • Torcia elettrica a induzione. Componenti (si potrebbe fare un intero corso su questo oggetto):
        • magnete permanente;
        • Bobina;
        • circuito raddrizzatore;
        • batteria ricaricabile;
        • interruttore;
        • led ad alto flusso luminoso.
    • Cenni al principio di funzionamento dei trasformatori di tensione e alla loro importanza pratica.
    • Ancora su RC con ripasso sul loro ruolo di passa basso e passa basso (e visione `antropomorfa' del comportamente del condensatore in funzione della frequenza...).
    • RC e CR come circuiti integratori e derivatori (si raccomanda di provare a risolvere gli esercizi in fondo alla lezione 12 dello scorso anno)
    La prossima lezione portare dispensa della linea di trasmissione  
     
    Lezione 13 (8/6/11)
    • Introduzione modellistica al diodo e sue semplici applicazioni.
    • Introduzione alla linea di trasmissione:
      • discussa a lezione dispensa fino formula (42) di pag. 11;
      • per esercizio provare ad anticiparsi fino a tutto il paragrafo 4.1.1 (pag. 14).
    • Risposta a domanda comune a proposito dell'ultima esperienza, ovvero se tornare in laboratorio per completare i vari punti o prendere qualche misura mancante.
      • Ricordarsi che le esperienze servono a familiarizarsi con gli strumenti, capire meglio la fenomenologia e anche ad organizarsi con il lavoro di laboratorio riportare in modo `utile' le misure e i risultati di elaborazioni successive. Quindi, non esistono imperativi categorici su cosa bisogna o non bisogna fare. Provare invece a rispondere onestamente ai seguenti punti:
        • Ho capito la fenomenologia dell'RCL impulsato e sinusoidale, ovvero ampiezze e sfasamenti sui vari elementi? (In caso di dubbio, può essere più istruttivo fare dei grafici con R per capire le cose piuttosto che prendere misure alla cieca)
        • Riesco a capire (almeno grosso modo e a parte `misterioso effetti strumentali' che quest'anno sembrano particolarmente strani) perché le grandezze osservate hanno quei valori e quegli andamenti?
        • Saprei in grado, in sede di prova pratica, di effettuare le varie misure richieste? In particolare, riuscirei a misurare funzioni di trasferimento (in particolare la fase) quando per qualche motivo il confronto con l'uscita del generatore quando il circuito è connesso subisce importanti effetti di partizione (complessa)?
    • Messaggio da parte dei tecnici di laboratorio per favore, la prossima volta riportare i componenti.
     
    Lezione 14 (14/6/11)
    • Habemus libellum novum: copisteria Grafitecnica, Via degli Irpini 6 (174 pagine a 4 c€/p + eventuale rilegatura),
    • Esercizio di riscaldamento su RL sinusoidale e richiamo sull'importanza di saper valutare gli andamenti limite `al volo'.
    • Linea di trasmissione: completamento teoria + indicazioni sulla prova pratica.
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