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 s c'è una crocetta
per ogni occorrenza di un certo numero di conteggi (il simbolo 
``
s c'è una crocetta
per ogni occorrenza di un certo numero di conteggi (il simbolo 
`` '' sta per ``numero di''). Le occorrenze sono usualmente
chiamate anche ``eventi'' dai fisici, 
anche se vedremo che nello studio
della probabilità tale nome verrà utilizzato con altro 
significato (è opportuno abituarsi subito a 
qualche inevitabile ambiguità di linguaggio, ricordandosi che,
come scrisse Wittgenstein 
``un significato di una parola
è un suo mode del suo impiego'').
'' sta per ``numero di''). Le occorrenze sono usualmente
chiamate anche ``eventi'' dai fisici, 
anche se vedremo che nello studio
della probabilità tale nome verrà utilizzato con altro 
significato (è opportuno abituarsi subito a 
qualche inevitabile ambiguità di linguaggio, ricordandosi che,
come scrisse Wittgenstein 
``un significato di una parola
è un suo mode del suo impiego'').
 s si ha invece un problema di 
dispersione di dati sull'asse delle ascisse. Anche se si fossero
tracciate delle crocette più piccole, la dispersione 
sarebbe tale da far perdere 
la visione d'insieme. Si è allora preferito
formare nuove classi raggruppando conteggi contigui.
Il numero tracciato sull'asse delle ascisse rappresenta il limite 
inferiore della classe. Ovvero vengono riportati all'interno
di un bin gli eventi per i quali 
è valida la relazione
s si ha invece un problema di 
dispersione di dati sull'asse delle ascisse. Anche se si fossero
tracciate delle crocette più piccole, la dispersione 
sarebbe tale da far perdere 
la visione d'insieme. Si è allora preferito
formare nuove classi raggruppando conteggi contigui.
Il numero tracciato sull'asse delle ascisse rappresenta il limite 
inferiore della classe. Ovvero vengono riportati all'interno
di un bin gli eventi per i quali 
è valida la relazione
| limite inferiore  limite superiore  | (4.1) | 
Quest'ultimo tipo di istogramma è quello comunemente utilizzato se un risultato si può presentare in un grande numero di classi. Tale numero può diventare virtualmente infinito per grandezze i cui valori possono assumere valori con continuità - dal punto di vista pratico, non dal punto di vista puramente matematico - in un certo intervallo.
Un esempio di questa applicazione è mostrato in figura 
4.3, dove sono istogrammati i tempi di 
attesa per ottenere un numero prefissato di conteggi. Per meglio mostrare
le distribuzioni dei tempi questi 
istogrammi sono ottenuti utilizzando 10 000 eventi ottenuti nelle
stesse condizioni di quelli della tabella 1.2.
000 eventi ottenuti nelle
stesse condizioni di quelli della tabella 1.2.
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È da notare come i quattro istogrammi in alto, della figura 4.2, realizzati con le stesse scale in ascissa e ordinata, si prestino più facilmente a confronti degli altri due. Questo insegna che, quando è possibile, è preferibile procedere in questo modo (ancor meglio se gli istogrammi possono essere disposti in colonna).
A volte nemmeno l'informazione della frequenza di ciascuna classe è importante. Ad esempio, il fatto che per 56 volte si siano verificati zero conteggi nelle misure da 3 secondi dipende dal numero totale di misure effettuate. Se invece di 100 misure ne avessimo eseguite 1000 avremmo ragionevolmente ottenuto un numero di zeri circa 10 volte maggiore. Ben diverso è invece il significato del rapporto fra il numero con cui si verificano zero conteggi e quello con cui se ne verifica uno. Ci attendiamo infatti che tale rapporto resti circa costante all'aumentare del numero di misure. Invece del rapporto fra le frequenze di due classi è preferibile allora calcolare la frequenza relativa, ovvero la frequenza diviso il numero di prove (le misure effettuate, nel nostro caso).
Spesso per comodità si preferisce evitare 
 l'uso persistente di numeri minori di uno e si passa 
 alle frequenze percentuali. Questa operazione è nota a tutti,
 ma bisogna fare attenzione a scrivere esplicitamente il simbolo
  , e a leggere correttamente i valori graficati, per non 
 incorrere nel rischio di sbagliare di un fattore 100. 
 I  6 ``istogrammi'' di figura 4.4 mostrano 
 le frequenze relative dei conteggi
espresse in percentuali.
, e a leggere correttamente i valori graficati, per non 
 incorrere nel rischio di sbagliare di un fattore 100. 
 I  6 ``istogrammi'' di figura 4.4 mostrano 
 le frequenze relative dei conteggi
espresse in percentuali. 
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